Lo diciamo chiaramente: noi siamo a favore del Salva Milano. Lo riteniamo un atto che una volta per tutte fa di una legittima, consolidata interpretazione normativa – mai messa in discussione nemmeno da ricorsi e giudici – una regola certa, sulla quale costruire non semplicemente case, ma sviluppo. Questa settimana ospitiamo una critica profonda all’intera impostazione edilizia e urbanistica, divergente rispetto a quanto abbiamo sostenuto e sosteniamo, perché siamo convinti che sia comunque il momento di scelte coraggiose e lungimiranti, anche confrontandosi con analisi politiche avverse, purché evolute.

Siamo convinti che, per uscire dall’impasse, la questione stia nel considerare il caso Salva Milano come pezzo di modello, di visione di città che debba considerare una volta per tutte anche le altre sfide che Milano si trova ad affrontare. Ad esempio quella della sicurezza. È uno di quei temi che esprimeranno sempre un numero sul quale speculare per descrivere una città da incubo, così come un dato dietro al quale nascondersi, sostenendo che la realtà non debba fare i conti con la percezione. Se edilizia e rigenerazione urbana non sono solo questioni di cubature e altezze, la sicurezza non è solo questione di ordine pubblico. È anche garantire strade e quartieri vivibili, servizi efficienti.

Milano ha le energie e le competenze per affrontare queste sfide in modo coerente, ma deve farlo in fretta e con determinazione. Se forse è scaduto il tempo per il Salva Milano, inizia a stringere quello per decidere che città si vuole.

Ambrogio

Autore