Se Sparta piange, Atene certo non ride. Nel campo del centrodestra alle note fibrillazioni all’interno di Forza Italia, col partito di Silvio Berlusconi spaccato in due tra falchi ‘ronzulliani’ e colombe ‘tajaniane’, si aggiungono quelle della Lega.

Dopo giorni di silenzi, sono tornare a riecheggiare le grane all’interno del Carroccio. A metterci il carico da novanta è stato il segretario Matteo Salvini, che ha utilizzato la mano pesantissima contro il suo predecessore e fondatore del Carroccio Umberto Bossi.

Con una lettera scritta dall’amministratore e tesoriere del partito Giulio Centemero, fedelissimo del neo ministro delle Infrastrutture, la ‘Lega per Salvini premier’ ha diffidato il comitato nordista promosso da Umberto Bossi dall’uso dei simboli del partito.

Non solo. Una segnalazione è stata inviata una segnalazione al Garante della Privacy su una presunta violazione dei dati degli iscritti. “Caro Fabrizio Cecchetti – si legge in una mail scritta da Centemero al commissario lombardo del partito e divulgata dall’agenzia di stampa Agi -, ti scrivo in qualità di amministratore federale per segnalarti che ho provveduto a inviare diffida a cessare la promozione dell’associazione politica ‘comitato Nord’ nei confronti degli iscritti a Lega per Salvini premier e l’utilizzazione dei simboli e della denominazione del partito. Ho inoltre depositato segnalazione presso il garante della protezione dei dati personali per la violazione in opera da parte dell’associazione ‘comitato Nord’ che sta procedendo a una raccolta dei dati personali degli iscritti di Lega per Salvini premier in violazione della normativa sulla privacy. In quanto legale rappresentante ti confermo la totale serenità di Lega per Salvini premier rispetto all’iniziativa in questione, promossa da soggetto giuridico distinto dal partito e nessun modo ad esso collegato”, conclude Centemero nella sua missiva.

Come ricorda oggi Il Foglio, soltanto poche settimane fa in una riunione di partito a Saronno, in provincia di Varese, Salvini aveva detto ai militanti del Carroccio che “ogni iniziativa di Bossi ha la mia firma”. Quindi al rientro di Bossi in Parlamento, Salvini l’aveva abbracciato davanti ai giornalisti in occasione dell’elezioni di Lorenzo Fontana a presidente della Camera: a pochi giorni da quella scena, lo stesso Salvini di fatto lo mette fuori dal partito.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia