C’è tempesta nella Lega. E al centro della tempesta c’è lui, il capitano, Matteo Salvini. Che è abbastanza solo e forse (per la prima volta) aspetta soccorsi…Non dalle Ong, beninteso, ma da qualche compagno di partito. Per ora l’unico che ha provato a lanciargli una ciambella è stato Attilio Fontana, governatore della Lombardia. Chi invece a lanciargli una ciambella proprio non ci pensa è il predecessore di Fontana alla regione Lombardia, e dello stesso Salvini alla segreteria del partito, e cioè Roberto Maroni.

Uno dei fondatori del partito. Il quale è stato molto esplicito e ha detto che dopo la sconfitta elettorale e il dimezzamento dei consensi è il momento di cambiare segretario. Sembra anche che sia in preparazione una lettera di “rivoltosi”, che chiederebbero il cambio al vertice: amministratori locali e sindaci. Vedremo nelle prossime ore. Anche se già ieri cominciavano a correre i nomi dei possibili successori. Soprattutto due nomi: due governatori. Zaia e Fedriga.

Uno dei fatti che ha innescato la protesta e il malumore è stata la sconfitta elettorale di Umberto Bossi. Il padre, il fondatore, l’inventore, l’icona della Lega, non è riuscito a farsi eleggere perché evidentemente era stato presentato in un collegio sbagliato. Molti nel partito pensano che un errore di questo genere – se è stato un errore e non una cattiveria – sia imperdonabile. In serata infine è arrivata anche la coltellata dell’ex ministro Castelli. Il quale ha detto: è ora di levare dal simbolo la scritta “Per Salvini premier”.

Avatar photo