Del governo Meloni si parla da mesi: dei ministri, del toto-ministri, dei rapporti di forza all’interno della coalizione. Non si parla più invece dell’ipotesi che la leader di Fratelli d’Italia ceda il passo a qualcun altro, per il bene della coalizione o di altri equilibri e per chissà quale altro oscuro motivo: Meloni vuole fare la premier e i pesi all’interno dell’alleanza sono clamorosamente marcati, netti, che di quella probabilità non si parla più. E quindi tornano a rincorrersi da oggi, dopo la vittoria schiacciante di Fdi alle elezioni politiche, le voci sulla squadra di governo.

Al partito di Meloni è la mancanza di classe dirigente, di personalità all’altezza, il difetto che è stato maggiormente imputato nei mesi scorsi. Lei, la leader, ha sempre rimandato al mittente. E non avrebbe escluso un ricorso anche a tecnici per alcune posizioni. Per quanto Guido Crosetto abbia voluto rimanere fuori dalla corsa, non candidato, lui fondatore con Meloni di Fdi, sarebbe invece a questo punto pronto a entrare nell’esecutivo. È lui il primo nome dal quale parte Il Corriere della Sera nel suo toto-ministri. Crosetto potrebbe approdare al ministero della Difesa o a Palazzo Chigi da sottosegretario alla Presidenza dl Consiglio.

Francesco Lollobrigida, altro big, tra l’altro cognato di Meloni, marito della sorella Alessia, e capogruppo alla Camera, potrebbe approdare alle Infrastrutture. Da assessore si era occupato del tema per la Regione Lazio. I deputati potrebbero essere guidati invece da Giovanni Donzelli mentre a Giovanbattista Fazzolari, altro fedelissimo, potrebbe toccare il vecchio ministero per l’Attuazione del programma di governo.

La patata bollente restano gli alleati, gli equilibri fragili da maneggiare con Lega e Forza Italia rimaneggiati dalle urne, presumibilmente suscettibili, nervosi. Il segretario del Carroccio Matteo Salvini punta sempre al ministero dell’Interno. E sempre dalla Lega potrebbero rientrare nel prossimo esecutivo gli ex ministri Giancarlo Giorgetti e Giulia Bongiorno. Difficilissimo, secondo il quotidiano, che questa volta nella pattuglia di Forza Italia al governo non si trovi l’ex Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani. Tutti e tre i ministri Azzurri del governo Draghi – Mara Carfagna, Mariastella Gelmini, Renato Brunetta – sono usciti dal partito dopo la fine del governo Draghi. Un addio preso come un tradimento da Silvio Berlusconi che non vuole altre delusioni.

Già a metà luglio scorso La Repubblica ipotizzava una squadra e avanzava dei nomi per un esecutivo Meloni. Alcuni gli stessi che si sentono in queste ore. Gli altri: agli Esteri il presidente dell’Istituto per gli studi di politica internazionale e da aprile alla guida di Atlantia Giampiero Massolo o la direttrice del Dipartimento informazioni e sicurezza Elisabetta Belloni già candidata alla Presidenza della Repubblica, Carlo Nordio alla Giustizia, il prefetto di Roma ed ex capo di gabinetto di Salvini Matteo Piantedosi agli Interni, al Lavoro il sociologo Luca Ricolfi, all’Economia Carlo Messina o Domenico Siniscalco. Il nome dell’attuale ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani pure era circolato, tra l’altro citato anche dal segretario leghista.

L’atteggiamento di Fratelli d’Italia nei confronti di una vittoria elettorale era stato sintetizzato all’epoca da Crosetto in una lettera allo stesso quotidiano: “Non è che se il centrodestra vince le elezioni propone Paperino per Palazzo Chigi e Pippo come ministro delle Finanze. Nessuno è così scemo da voler prevalere alle urne per essere cacciato subito con i forconi”.

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.