La prima cosa che si aspetta Anna Paratore è che la figlia, Giorgia Meloni, tolga di mezzo il reddito di cittadinanza. La donna, madre della leader di Fratelli d’Italia, il partito di centrodestra che ha vinto le elezioni politiche sbaragliando sia gli avversari che gli alleati all’interno della coalizione di centrodestra, lo ha dichiarato in un’intervista a Repubblica.

“Spero che elimini la vergogna del reddito di cittadinanza ai 18enni, che prendono i soldi per stare a casa a giocare ai videogiochi e dia quei soldi ai malati, agli anziani che non arrivano alla fine del mese, a chi ne ha davvero bisogno. Non a chi non ha voglia di lavorare”, ha detto la donna che praticamente da sola ha cresciuto le due figlie di un padre assente pur senza rinunciare a scrivere circa 140 romanzi, quasi tutti rosa, con lo pseudonimo Josie Bell.

A pensare al reddito di cittadinanza non è solo la madre di Meloni: la misura è stata la più controversa della passata legislatura, introdotta dal governo Conte 1 formato da Movimento 5 Stelle e Lega. È proprio alla misura, che si è rivelata uno strumento assistenziale efficace ma un fallimento come forma di incentivo al lavoro, che molti osservatori attribuiscono l’exploit del M5s, dato per spacciato solo pochi mesi fa, dopo scissioni interne, tensioni e rese dei conti. Alle urne ha conquistato un sorprendente 15%.

Gli ultimi dati disponibili dell’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza dell’Inps, con i dati aggiornati al 18 agosto 2022, riportavano 1.605.819 nuclei percettori di almeno una mensilità di RdC/PdC, con 3.515.428 persone coinvolte e un importo medio erogato a livello nazionale di 552,33 euro. Valutando solo il reddito di cittadinanza, le persone coinvolte sono 3.350.771. Secondo i dati della Corte dei Conti al febbraio 2021 le persone che avevano instaurato un rapporto di lavoro dopo la richiesta della domanda erano 152.673, il 14,5% del totale. E quindi: cosa ne farebbe un ipotetico governo Meloni?

Al “punto 9. Stato sociale e sostegno ai bisognosi” del piano di governo “Programma Italia” del centrodestra, presentato dalla coalizione a inizio agosto si leggeva: “Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”. Ore contate anche stando a quanto riportato nel programma di Fdi: “Abolire il Reddito di cittadinanza per introdurre un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico. Per chi è in grado di lavorare, percorsi di formazione e potenziamento delle politiche attive del lavoro. Innalzamento delle pensioni minime e sociali”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.