Primo a esultare, ma probabilmente il più grande sconfitto di questa tornata elettorale. Matteo Salvini dovrà fare i conti con dei numeri che, se confermati stando alle prime proiezioni di Swg per La7 e Opinio per Rai, sono un terremoto e costituiscono un esito drammatico per il segretario del Carroccio.

Una Lega che stando a Swg avrebbe raccolto solo l’8,7 per cento dei voti, due decimale in meno per Opinio/Rai. Numeri lontanissimi non solo dai clamorosi risultati delle Europee, quando nel 2019 Salvini da ministro dell’Interno incassò il 34 per cento dei voti ‘cannibalizzando’ l’allora alleato di governo pentastellato, ma anche da quanto ottenuto alle scorse elezioni politiche del 2018, quando il Carroccio ottenne il 17 per cento.

Alla vigilia proprio Matteo Salvini aveva auspicato il podio tra i partiti, perso clamorosamente a vantaggio della ‘remuntada’ di Giuseppe Conte e dei 5 Stelle, staccatissimo anche da un Partito Democratico che potrebbe ottenere il suo minimo storico intorno al 18 per cento. Ma il risultato del partito, se confermato, segna probabilmente una crisi immediata ai piani alti del Carroccio.

Salvini potrebbe essere messo in discussione in particolare dal “fronte del nord” del partito, dove i governatori come Fedriga e Zaia sono da tempo in rotta di collisione con la leadership del segretario. Eppure proprio in Veneto e Friuli Venezia Giulia la Lega di Fedriga e Zaia non è stata trainante per il segretario, segno che neanche il consenso personale dei due governatori è riuscito a evitare il sorpasso degli alleati di Fratelli d’Italia.

Risultati così negativi non si vedevano dalle Europee del 2014, quando la Lega era ancora Nord e ottenne il 6,1% dei voti, concentrando però i suoi sforzi elettorali quasi solo nelle regioni settentrionali.

Un risultato drammatico che comporterà forse problemi di tenuta anche ad eventuale governo di centrodestra a guida Giorgia Meloni, a questo punto quasi certo visti i dati proveniente dalle proiezioni che danno la coalizione in netto vantaggio e con maggioranza assoluta in entrambi rami del Parlamento.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia