Nel “Si&No” del Riformista spazio alle accuse di Matteo Salvini, leader della lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, che accusa il commissario europeo Paolo Gentiloni di non fare gli interessi dell’Italia: “In questo periodo ho avuto l’impressione di avere un commissario europeo che giocava con la maglietta di un’altra nazionale”. Sono giuste le accuse di Salvini? Favorevole il direttore Andrea Ruggieri, secondo cui “l’Italia in Europa deve fare squadra per opporsi al massimalismo”. Contraria Sabrina Scampini, giornalista e conduttrice Mediaset, che replica: “Salvini sbaglia ad accusare Gentiloni, è bomber nel tiro all’elettorato: basta leggere Wikipedia per capire il ruolo del commissario europeo“.

Qui il commento di Sabrina Scampini:

Salvate il soldato Gentiloni. Salvatelo dal paradosso di sentirsi accusato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini di fare bene il suo mestiere: di comportarsi come un commissario europeo e di non vestire i panni, dunque, “dell’avvocato prezzolato del governo”, per usare le parole di Romano Prodi.
Se la crociata di questi giorni per la sicurezza rappresenta solo l’ultimo atto della manovra di distrazione di massa (del governo) dalla crisi, le Europee si avvicinano e l’occasione servita su un piatto d’argento da Salvini è troppo ghiotta per non essere presa al volo anche dagli alleati.

Così, dopo il sostegno al vice premier da parte dei mastini leghisti, arriva l’accusa del più europeista della maggioranza, l’altro vice premier, Antonio Tajani, e anche quello della Premier, sempre combattuta tra il rispetto del proprio ruolo istituzionale e l’istinto sovranista, che non vuole essere da meno nella vigorosa virata a destra: “Sarei contenta se il commissario avesse un occhio in più per l’Italia”. Insomma, anche Gentiloni dovrebbe avere “occhi aperti e testa sulle spalle”, perché si sa che a Bruxelles c’è sempre un lupo che ti vuole fregare. “In questo periodo ho avuto l’impressione di avere un commissario europeo che giocava con la maglietta di un’altra nazionale”. Ha detto Salvini.
Non sono un’esperta di sport come il leader leghista, ma c’è una visione distorta nella rappresentazione dell’Ue come un campionato di calcio, con Paesi che si affrontano tra di loro. Si tratta piuttosto di un’unica squadra con la maglia blu elettrico e 12 stelle a 5 punte – simbolo di armonia e solidarietà – dove gli allenatori e i dirigenti cercano di preparare al meglio tutti i singoli giocatori, molto diversi tra loro, affinché la squadra diventi sempre più forte, più democratica e più giusta.

Ma sappiamo tutti che Salvini sa bene quello che dice ed è un bomber nel tiro all’elettorato. Si trova dieci punti dietro Giorgia Meloni nei sondaggi di gradimento, il suo partito raccoglie meno di un terzo dei consensi di Fdi. La crociata contro Gentiloni è il punto di partenza di una corsa al riposizionamento nel quale tenterà in ogni modo di riprendersi i delusi di destra: gli scontenti per l’approccio troppo istituzionale di Meloni e per le tante promesse mancate dal governo attuale. Da parte della Premier invece non si tratta solo di dimostrare al suo elettorato che è rimasta sempre Giorgia, una madre, una cristiana. Spostare le responsabilità delle proprie difficoltà sull’Europa nemica che mette i bastoni tra le ruote e trovare il capro espiatorio nell’ex premier Gentiloni, servono anche a nascondere una realtà sempre più evidente: la grande difficoltà economica che si trova ad affrontare l’Italia e per la quale al momento il governo non intravede facili soluzioni.

Sembra tra l’altro che Gentiloni e Meloni avessero di recente già discusso in maniera accalorata sulla necessità di rivedere il Patto di Stabilità e c’è da crederci, considerato lo sforzo della Premier nel far tornare i conti, costretta a barcamenarsi tra la manovra economica d’autunno (con le risorse introvabili e la crescita in difficoltà), la rincorsa ad accaparrarsi le tranche del PNRR, il tentativo di rivedere, appunto, il Patto di Stabilità.
Che i commissari europei rappresentino gli interessi europei non dovrebbero dircelo i rappresentanti europei stessi, come hanno dovuto fare per rispondere all’accusa di Salvini, basterebbe leggere Wikipedia e avere un minimo di senso delle istituzioni. Pochi giorni fa il Ministro della Difesa Crosetto, parlando del libro di Vannacci, ha dato una lezione di democrazia quando ha detto: “Le istituzioni non possono essere sporcate con il vantaggio della politica e del voto, vanno difese sempre”. Sarebbe un bene per tutti che questa semplice frase venisse ricordata a tutti, a qualcuno più spesso che ad altri.

Sabrina Scampini (Conduttrice Mediaset)

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