La conferenza stampa
Giorgia Meloni e quella domanda sulle parole di Giambruno: ambiguità e imbarazzo in conferenza stampa
Durante l’appuntamento con i giornalisti la premier è tornata sulle dichiarazioni del suo compagno: “Credo abbia detto in modo frettoloso e assertivo una cosa diversa”. Ma nel bisogno di fare chiarezza non tutto è andato per il verso giusto

E ad un certo punto è partito l’applauso. Dalla prima fila, quella riservata ai funzionari dei vari ministeri. Lì sedute erano per lo più donne. Anzi, solo donne. “Perchè ancora c’è il dubbio che io accetti di fare un passo indietro rispetto agli uomini?” dice con un filo di arroganza Giorgia Meloni indicando la lunga fila di ministri uomini seduti alla sua destra e alla sua sinistra. Tranne Eugenia Roccella che però è l’ultima in fondo. No, Presidente, non è che Lei resti o meno un passo indietro rispetto agli uomini. Il problema è che Lei ha appena detto che le ragazze quando escono devono stare attente che poi succedono brutte cose. Ha detto anche che chi violenta una donna, una ragazza, figuriamoci una bambina è un essere abominevole. Certo. Ma è il resto su cui è stata avara, per non dire ambigua. E il primo Presidente del Consiglio donna ha il dovere, anzi l’obbligo di essere molto chiara su questioni che ci si stupisce debbano ancora far discutere.
I fatti vanno raccontati per capire perchè l’altra sera credo di aver sinceramente aiutato la Presidente Meloni a chiarire una sua precedente risposta sbagliata. Almeno tanto quanto quella del suo compagno Andrea Giambruno. E perchè quegli applausi sono stati volenti, da brividi.
Giovedì sera, Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio, conferenza stampa sul decreto Caivano. A grande sorpresa partecipa anche la premier. Sono mesi, da prima dell’estate, che la Presidente del Consiglio manca alle conferenza stampa che solitamente seguono il Consiglio dei ministri. La sua agenda è molto fitta, ha fatto interviste a tv e giornali, rubriche social. Ma una conferenza stampa è altra cosa: è un confronto, reale, senza filtri. Un momento della verità sui fatti del giorno e non solo.
Come sempre le domande dei giornalisti vengono prenotate. Ne entrano quanto è possibile. L’altra sera la premier è stata generosa e ne ha accettate una decina: decreto, legge di bilancio, risorse, rapporti con l’Europa e con la sua maggioranza. A tutto tondo. Tocca a Giacomo Salvini, del Fatto Quotidiano. “Parliamo di stupri e violenza minorile, quindi volevo chiedere cosa ne pensa di questa affermazione…”. Il giornalista legge la frase pronunciata da Andrea Giambruno, compagno della premier, una decina di giorni fa in tv – conduce “Il Diario del giorno” su Rete 4 – a proposito dello stupro di gruppo a Palermo. “Se tu vai a ballare – disse – hai tutto il diritto di ubriacarti. Però se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, eviti di incorrere in determinate problematiche e poi rischi che il lupo lo trovi”.
Ovverosia, una forma più evoluta del “te lo sei cercato”, chiara ed evidente colpevolizzazione della vittima (victim blaming) una precisa categoria della socio-criminologia. Giambruno ha detto questa frase il 28 agosto, primo giorno di lavoro dopo le ferie. Una frase che ha scatenato durissime polemiche, anche politiche, e che la premier ha sempre evitato di commentare.
Fino a ieri quando si è trovata la questione davanti, forse inaspettata. Meloni ha mantenuto il self control. Ha detto “Non capisco perchè chiediate conto a me di quello che fa Giambruno che è un giornalista e non sono certo io che gli dico cosa deve dire. Io così intendo la libertà di stampa”. E poi però lo ha giustificato: “Dopo di che credo abbia detto in modo frettoloso e assertivo una cosa diversa da quella che è stata interpretata dai più. Ed è quello che mi diceva mia mamma da ragazza: occhi aperti e testa sulle spalle per non mettersi nelle condizioni di consentire a questi animali di fare quello che vogliono. Nessuna giustificazione, ovviamente, per gli stupratori”.
Risposta, a mio avviso, debole e ambigua. Ancora, una volta di più si addossa la responsabilità sulla parte sbagliata. “Non mettersi nelle condizioni…” dice il Presidente del consiglio donna. Senza capire che “non mettersi nelle condizioni” di attirare il lupo non può essere la ricetta, nemmeno in parte, contro gli stupratori.
Subito dopo toccava a me fare la domanda. Sull’assenza quasi totale di offerta e progetti socioeducativi nel decreto Caivano. Sul perchè i 16 miliardi tagliati del Pnrr e destinati anche a combattere il degrado di certe periferie sono stati “congelati”.
Da donna però mi è sembrato necessario chiarire l’ambiguità della premier. Darle una mano per essere più chiara. Da qui la mia domanda con richiesta di precisazione? “Quindi lei è d’accordo sul principio che No vale sempre come un No, in qualunque momento. E che una ragazza può uscire in minigonna e bere due birre senza per questo essere sospettata di aver attirato i lupi…..”. Giorgia Meloni si è risentita. “Chiede a ma una cosa del genere, mi guardi, le sembro una che sta due passi dietro gli uomini….”. E qui è partito l’applauso della sua claque in prima fila. Che tristezza.
A domanda precisa la premier ha chiarito, “ma sì, ma certo che una ragazza può uscire in minigonna e bere due birre”. Il mio timore è che ancora una volta, anche lei, non abbia capito la differenza tra uomini e animali, donne e prede.
© Riproduzione riservata