Lo sgombero di piazzale Spadolini, nei pressi della Stazione Tiburtina, è avvenuto due settimane fa. Un intervento che la sindaca Virginia Raggi e la delegata del comune alle Periferie Federica Angeli avevano presentato come un “proficuo lavoro di squadra” per “ripristinare il decoro, la fruibilità e la sicurezza dell’area”, ma che ha suscitato non poche polemiche. A partire dagli attivisti dell’associazione Baobab Experience, impegnati nell’assistenza e nella cura dei migranti, che continuano a criticare l’operazione messa in campo dalle istituzioni. “L’intervento di facciata del Comune di Roma ha solo spostato il problema cento metri più in là. E non è stata data nessuna soluzione alternativa” si legge in una nota.

Federica Angeli: “Non c’è stato nulla di non contemplato”

In un post dello scorso 21 luglio, Federica Angeli aveva evidenziato il successo dell’iniziativa, rispondendo anche alle critiche ricevute proprio in merito alla mancata accoglienza dei migranti, che in seguito allo sgombero hanno semplicemente trovato nuovi giacigli di fortuna, sempre nei pressi della stazione Tiburtina.

In 4 mesi di pianificazione non c’è stato nulla di non contemplato. I migranti che erano lì presenti purtroppo per tre volte hanno rifiutato ospitalità nelle strutture del Comune- ha dichiarato la Angeli– Molti sono partiti per altre città (tanti di loro restano solo il tempo necessario per avere i documenti, non vogliono stare in Italia). Per tutti gli altri, il Comune di Roma c’è. Non li forziamo né obblighiamo a fare nulla ma ci siamo. L’intera operazione contrariamente al racconto distorto che ne ha dato l’associazione che li gestisce è stata dal principio pensata e svolta nell’interesse e dei cittadini che ci hanno chiesto aiuto e nell’interesse dei migranti. Senza lasciare nessuno indietro.” La replica di Baobab Experience non si è fatta attendere.

Baobab: “Operazione priva di efficacia”

Lo sgombero del presidio umanitario di Piazzale Spadolini, promosso il 14 luglio dalla delegata alle periferie del Comune di Roma Federica Angeli e messo in atto da Comune, Questura, Prefettura, Municipio, Grandi Stazioni, Rete Ferroviaria italiana e BNL, è stato, in continuità con gli innumerevoli sgomberi degli ultimi anni, un’ennesima operazione priva di efficacia e incapace di affrontare un fenomeno sociale complesso” denunciano Baobab Experience, Intersos, Medu- Medici per i diritti umani e Sanità di Frontiera Onlus.  “Nessuna soluzione alternativa è stata infatti immaginata per le persone che trovavano riparo in quel luogo, in molti casi soggetti estremamente vulnerabili.”

Le varie associazioni, che da tempo operano nel presidio, sono riuscite a intercettare molte persone fragili, come minori non accompagnati, donne sole e persone con problemi di salute; ma anche migranti sbarcati di recente e in transito verso altri paesi europei, migranti stabilmente presenti in Italia ma esclusi dal circuito dell’accoglienza cittadina del Comune di Roma, richiedenti asilo e rifugiati che non hanno una casa.

“A Piazzale Spadolini queste persone hanno trovato cibo, acqua e vestiario, un primo approdo di accoglienza, assistenza, legale e sanitaria, supporto psicologico. Ogni giorno arrivano a Piazzale Spadolini in media 20 persone e la media di presenze giornaliere è di circa 100 -120 persone. Le continue segnalazioni alla Sala Operativa Sociale e all’Ufficio Immigrazione del Comune di Roma da parte della rete associativa, per chiedere che vengano accolte le persone vulnerabili, hanno trovato difficilmente risposta e non poteva essere altrimenti visto il continuo e progressivo depotenziamento del circuito cittadino dell’accoglienza.”

Le associazioni rimarcano, ancora una volta, come nel nome del decoro, l’accoglienza sia passata in secondo piano: “Anche in questa occasione la situazione non è stata diversa: le persone allontanate da Piazzale Spadolini sono state letteralmente sostituite da fioriere, in un ipocrita intervento di riqualificazione urbana che lascia senza alternative dignitose degli esseri umani. Questa ennesima operazione conferma la mancanza di una visione lucida e lungimirante del grave fenomeno dell’esclusione sociale a Roma, della capacità di pianificazione di interventi sociali graduali ma incisivi e della volontà politica di fornire delle risposte.”

Le operazioni di sgombero non hanno risolto le criticità, le hanno semplicemente spostate: sono ancora lì, sotto gli occhi di tutti. “In varie occasioni le associazioni scriventi hanno affermato che le operazioni di sgombero, come quella del 14 luglio, non risolvono in alcun modo il fenomeno della marginalità sociale a Roma, ma hanno solo l’effetto di spostare di pochi metri le persone, che saranno costrette a cercare riparo in altri luoghi ancor più isolati e irraggiungibili”. La visione di Baboba Experience, così come delle altre associazioni umanitarie, è chiara: “Si tratta ancora una volta di una manifestazione di irresponsabilità a cui va tempestivamente posto rimedio.

Mariangela Celiberti

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