Si sfila per la pace in Italia, contro la guerra in Ucraina: a Roma e a Milano. Due manifestazioni nelle due principali città ma anche, per certi versi, due visioni diverse di intendere il cessate il fuoco, due posizioni distanti sul ruolo dell’Italia sul conflitto scatenato dall’invasione russa ordinata dal Presidente Vladimir Putin lo scorso febbraio. A Roma la manifestazione è stata indetta da Cgil, Cisl e Uil, Arci, Acli, Anpi, Comunità di Sant’Egidio, Libera, Emergency, Rete italiana pace e disarmo, Campagna Sbilanciamoci! e Aoi. A Europe for peace. A Milano il corteo “Slava Ukraini” è stato promosso dal Terzo Polo con Matteo Renzi e Carlo Calenda. Ci hanno messo pochissimo le due piazze a bombardarsi da una parte all’altra.

Il fuoco incrociato a interessato soprattutto il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte e quello di Azione Carlo Calenda. Gli organizzatori a Roma avevano invitato a non esporre bandiere e simboli di partito. Le forze dell’ordine hanno stimato nella capitale oltre 50mila persone, in tante arrivate a Roma con pullman e treni. “L’Italia, l’Unione Europea e gli stati membri, le Nazioni Unite devono assumersi la responsabilità del negoziato per fermare l’escalation e raggiungere l’immediato cessate il fuoco”, recitava la nota degli organizzatori. “Chiediamo al Segretario Generale delle Nazioni Unite di convocare urgentemente una Conferenza Internazionale per la pace, per ristabilire il rispetto del diritto internazionale, per garantire la sicurezza reciproca e impegnare tutti gli Stati ad eliminare le armi nucleari, ridurre la spesa militare in favore di investimenti per combattere le povertà e di finanziamenti per l’economia disarmata, per la transizione ecologica, per il lavoro dignitoso”.

Alla manifestazione hanno comunque preso parte in massa esponenti politici, parlamentari. L’alleanza Verdi-Sinistra Italiana, Partito Democratico e Movimento 5 Stelle avevano aderito formalmente alla manifestazione. A sfilare anche il segretario dem Enrico Letta e il leader pentastellato Conte. Un delegazione di 17 europarlamentari di diversi gruppi è guidata dal dem Pierfrancesco Majorino. Il corteo romano è partito alle 14:00 da Piazza Esedra ed è arrivato a Piazza San Giovanni guidato in testa dallo striscione “Europe for Peace” portato da scout e da giovani della Comunità di Sant’Egidio. Centinaia di persone hanno sorretto in piazza della Repubblica una bandiera della pace lunga cinquanta metri. Previsti gli interventi di Francesca Giuliani (Sbilanciamoci), Raffaella Bolini (Arci), Rossella Miccio (Emergency – Associazione ONG Italiane), Gianfranco Pagliarulo (Anpi), Emiliano Manfredonia (Acli), Sergio Bassoli (Rete italiana Pace Disarmo), Flavio Lotti (Tavola della Pace – Comitato Promotore Marcia Perugia Assisi), Giuseppe De Marzo (Rete dei Numeri Pari), Gianpiero Cofano (Stop the War Now), Francesco Scoppola (Agesci), don Luigi Ciotti (Libera), Andrea Riccardi (Comunità di Sant’Egidio), Maurizio Landini (Cgil).

A Milano alle 16:00 appuntamento all’Arco della Pace. “In piazza per sostenere il popolo ucraino e la sua resistenza – avevano fatto sapere gli organizzatori – per ribadire che la pace non può essere la resa, perché non c’è pace senza libertà. E la libertà va difesa, senza arrendersi”. A partecipare a Milano i leader del Terzo Polo Carlo Calenda e Matteo Renzi oltre a Pier Ferdinando Casini e Letizia Moratti. “A Milano non chiederemo la resa dell’Ucraina”, ha detto Calenda, accusando i manifestanti romani di essere troppo vaghi nella loro richiesta di “cessate il fuoco”.

Non si è fatta pregare la pizza di Roma a marcare la differenza. “Ho sentito dire al ministro Crosetto che il governo si appresta a fare il sesto invio di armi all’Ucraina. Il governo non si azzardi a procedere senza aver interpellato il Parlamento, tanto più trattandosi di un governo che non è più di unità nazionale“, ha detto infatti Conte (fonte Corriere della Sera) arrivando a piazza Esedra. “L’altra piazza di Milano non ho capito se è per la pace o per la guerra – ha aggiunto il leader del M5s – L’Ucraina è armata di tutto punto, abbiamo bisogno di una svolta in direzione del cessate il fuoco e di un negoziato di pace. Ci sono cittadini che oggi sfilano e dicono al governo italiano e non solo che siamo stanchi di questa strategia che prevede solo un’escalation militare“. Calenda ha replicato su Twitter con un post: “Capisco la confusione. Del resto hai governato con Salvini mentre inneggiava a Putin, hai flirtato con Trump e firmato la via della seta con i cinesi. Allora facciamola semplice Giuseppe Conte: non esiste pace senza libertà e non esiste libertà senza resistenza all’invasore”.

Più moderata la posizione del segretario dem Letta: “Sono qui perché la pace è la cosa più importante di tutte. Siamo qui per dire la nostra, in silenzio, marciando, come credo sia giusto fare in questo momento per la pace, per l’Ucraina, perché finisca questa guerra e perché finisca l’invasione della Russia. Quando arriverà il decreto vaglieremo la proposta e se ne parlerà. Abbiamo sempre detto che lavoreremo in continuità con quello che si è fatto e in linea con le alleanze europee e internazionali di cui facciamo parte”.

Il Presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini (fonte Ansa) nei panni del pontiere: “Non dobbiamo mettere in contrapposizione le due piazze, questa di Roma e quella di Milano, perché anche se con diverse sensibilità in campo, sono dalla stessa parte“. Stessa postura da parte del capogruppo Azione-Italia Viva alla Camera Matteo Richetti: “Di fronte a quello che sta subendo la popolazione ucraina non possono esistere equivoci, né rivalità con l’altra piazza. Noi siamo per la pace, ma non per la resa di Kiev. Mostrarsi timidi o elusivi su ciò che è oggettivo, su come sia la Russia a calpestare il diritto internazionale e l’integrità dell’Ucraina, avventurarsi in improbabili distinguo, mortifica la verità ed è francamente inaccettabile”

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