Mi scrive un mio amico e io trascrivo: ”Marx mise incinta la cameriera e rinnegò il bambino. Per tutta la vita ha campato coi soldi di Engels che sfruttava gli operai. Di questi tempi lo avrebbero radiato da questo sodalizio di moralisti manettari che prende il nome di sinistra. E nessuno avrebbe scritto il Capitale”. Il mio amico, naturalmente, si riferisce al processo a Aboubakar Soumahoro che si è svolto negli ultimi due giorni davanti a una giuria impersonata da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, e conclusosi con le dimissioni di Soumahoro dal gruppo parlamentare (difficile pensare che siano del tutto spontanee…). Forse esagera il mio amico, anche perché è giovane.

Io che sono un po’ più vecchio ricordo processi simili a questo svolti nelle stanze di Botteghe Oscure, cioè del vecchio Pci. O di via Taurini, cioè dell’Unità, dove lavoravo. All’Unità ci fu un epico processo al più prestigioso dei suoi giornalisti. Alberto Jacoviello, accusato di maoismo (ma Mao era già morto) e che però clamorosamente si concluse con l’assoluzione, ai voti. A Botteghe Oscure invece di processi ne fecero tanti. Forse uno dei più famosi è quello ai Magnacucchi. Li chiamava spregiativamente così Gian Carlo Pajetta. Erano due deputati del Pci, Valdo Magnani e Aldo Cucchi che nel 1951 si schierarono con Tito contro Stalin. Magnani intervenne al congresso del Pci bolognese denunciando lo stalinismo, l’autoritarismo e l’idea che l’Urss fosse lo stato guida. Fu travolto dagli improperi. Si dimise da deputato e dal partito, ma il Pci lo espulse lo stesso e Togliatti tuonò: “Due pidocchi possono trovarsi anche nella criniera del più nobile destriero”. Il destriero nobile era il Pci, i pidocchi i due dissidenti.

Per fortuna i tempi sono un po’ cambiati. Non molto. I processi si fanno lo stesso però si concludono con più ipocrisia e meno violenza di una volta. Anzi con dei sorrisi e con delle soluzioni diplomatiche. La sostanza, nel nostro caso, è che la sinistra che aveva candidato Soumahoro si è rifiutata di difenderlo, pur sapendo che Soumahoro è vittima di una feroce e infame campagna di stampa e che non ha commesso nessun reato. Qual è la differenza? Allora il Pci era feroce, ma non vigliacco. La nuova sinistra è meno feroce, ma il coraggio non sa cosa sia. Assomiglia a don Abbondio, non a Cristoforo.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.