La riconquista
Spagna super nostalgica, con Vox torna al 1492
Vox al debutto. Come primo gesto si prende Granada per festeggiare la cacciata dei musulmani dalla cattolicissima Spagna. Roba del 1492, la conquista della città da parte della Corona cattolica.
È stato questo l’ingresso in scena del l’ex partitino dell’ultra destra spagnola che, dopo l’exploit delle politiche di aprile, si è gonfiato di voti durante il braccio di ferro sull’indipendentismo catalano e alle elezioni politiche del 10 novembre, le terze in un anno perché la maggioranza non si trovava, è diventato il terzo partito nazionale con forte radicamento in Andalusia, nella socialista Andalusia che oltre ad essere la culla del Psoe, il partito socialista ora guidato da Pedro Sanchez, è anche la porta d’ingresso degli arrivi in barche e gommoni dalla costa africana.
La ricorrenza andalusa del 2 gennaio, fine del potere musulmano nella penisola iberica, chiamata in patria el Dia de la Toma (della presa), è sempre stata un campo di battaglia tra suprematisti prima che andassero di moda e accalorati di sinistra vari di diverse ed opposte sponde. Quest’anno il segretario generale di Vox, Javier Ortega Smith, se ne è uscito con: «la Riconquista continua» e quelli che non si sono subito messi a ridere si sono preoccupati. «Oggi celebriamo il 528mo anniversario della sconfitta definitiva del nemico più pericoloso dei nostri predecessori, era il nemico più potente che avevano la Spagna e l’Europa: l’invasione islamica. Sono stati fermati da una sconfitta che si chiama riconquista e che non è ancora finita. Continuiamola noi la riconquista di tutti i valori, di tutte le libertà, dei sentimenti di unità e di fratellanza tra tutti gli spagnoli. Un compito pendente di fronte all’invasione dell’islamismo radicale, delle moschee, salafite, di quelli che vorrebbero imporre una teocrazia totalitaria sull’Europa».
Il lessico polveroso, l’imbarazzo a tenere la scena, la rigidità un po’ penosa del tutto sgonfiava di ogni minacciosità l’avanzare dei militanti di Vox su Granada, ma la loro scelta della città per il debutto è azzeccatissima. Costringe i concorrenti di destra, i più vecchi e potenti, innanzitutto il Partito popolare a rincorrerli miseramente sul terreno dei nostalgici cattolici, non proprio avanguardia anche se l’armamentario di vecchi slogan contro i mori va fortissimo tra i teenagers ultrà di destra. Il capo del Pp, Pablo Casado, asfaltato da una sconfitta vertiginosa alle politiche ed ossessionato dal non continuare a perdere voti d’estrema destra, alle prime luci dell’alba ha twittato felice le sue congratulazioni ai granadini per essere tali.
L’anno scorso quelli del Pp s’erano spinti fino a Granada per distribuire bandiere del partito durante la festa del 2 ottobre. Stavolta no. Temevano il confronto. Una rissa a destra non sarebbe stata conveniente per nessuno. La presa simbolica del cuore del potere musulmano in Spagna è avvenuta mentre a Madrid si ultimano gli accordi politici per la maggioranza messa su da Pedro Sanchez, premier socialista uscente, con Podemos e il sostegno degli indipendentisti catalani. I secessionisti, ragione essenziale del successo della propaganda vincente ultranazionalista di Vox alle elezioni, sono necessari alla nascita del governo.
© Riproduzione riservata








