Per Franco Locatelli la nuova fase dell’emergenza covid-19 va gestita in progressività con un’adeguata pianificazione verso la riapertura. Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera. E snocciolato la situazione: dai vaccini ai No Vax, dai viaggi all’estero a “Omicron come un banale raffreddore”. Ecco, non è così, ha chiarito Locatelli. “Si connota per minore pericolosità rispetto alla Delta, ma non per assenza di potere patogeno. Le rianimazioni italiane, come dimostra l’analisi dell’Istituto Superiore di Sanità, accolgono malati, in larghissima prevalenza non vaccinati, infettati da Omicron in una percentuale tutt’altro che trascurabile”.

Anche il Cts stesso si avvia probabilmente verso una nuova fase: non è escluso che nei prossimi mesi, con la fine dello Stato d’emergenza fissata al 31 marzo che potrebbe non essere rinnovata, venga sciolto così come potrebbero cessare del tutto sia gli obblighi vaccinali che i Green Pass. “Svolgiamo un servizio al Paese e la decisione se mantenere in attività e fino a quando il comitato spetta solo e unicamente al Governo. Non spetta né a me né a nessun membro del Cts esprimere opinioni, anche a titolo personale”.

Quello che è certo è che si va verso una nuova fase, assicura: “Tutti gli indicatori, dall’incidenza cumulativa a 7 giorni ogni 100.000 abitanti, all’indice Rt, al numero di posti occupati nelle strutture ospedaliere o nelle terapie intensive mostrano chiaramente che stiamo uscendo dalla fase più critica. E lo abbiamo fatto evitando lockdown e la chiusura attività. Non tutti i Paesi purtroppo ci sono riusciti, penso a Germania, Austria e Olanda”. Un risultato possibile grazie al combinato disposto della campagna vaccinale e alla gradualità nelle riaperture.

Quell’oltre un milioni di No Vax “sono soprattutto un pericolo per loro stessi. Esporsi al rischio di essere contagiati significa non avere a cuore la propria salute”. Il prezzo più duro nella Sanità: “Aver ridotto gli screening oncologici o tardato interventi chirurgici o ricoveri per trattamenti chemioterapici vuol dire trovarci di fronte a malati con patologie in fase più avanzata o con minori probabilità di cura. E lo stesso vale per tanti altri strumenti di prevenzione o monitoraggio di malati affetti da patologie croniche. Ecco perché è così importante ridurre il più velocemente possibile la pressione sulle strutture sanitarie”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.