“A distanza di tre settimane, le canzoni si sono fermate e i disordini sociali stanno crescendo mentre una parte significativa della popolazione, specialmente nel Sud più povero, si rende conto che non tutto va bene“. È la fotografia del nostro Paese, a tre settimane dal lockdown, scattata da The Guardian.

Per fare il punto sul lockdown italiano, il quotidiano britannico parte dal Sud, la parte meno colpita dall’epidemia ma la più toccata dalla crisi economica che è subentrata. A Napoli, ha intervistato Salvatore Melluso, sacerdote della Caritas Diocesana di Napoli che ha raccontato il cambio di passo tra la popolazione. Non stanno più cantando o ballando sui balconi. Ora le persone hanno più paura, non tanto del virus, ma della povertà. Molti sono senza lavoro e affamati“.

Ma Napoli, e la Campania, non sono l’unico posto dove l’incertezza rischia di scatenare la rivolta sociale. Le tensioni, racconta il giornale, si stanno sviluppando nelle regioni meridionali più povere Campania, Calabria, Sicilia e Puglia mentre le persone finiscono cibo e denaro. Sono stati segnalati casi in cui i proprietari di piccoli negozi sono stati costretti a fornire cibo gratuitamente, mentre la polizia pattuglia i supermercati in alcune aree per fermare i furti. I lavoratori autonomi o coloro che lavorano con contratti che non garantiscono ammortizzatori sociali hanno perso gli stipendi e molte piccole imprese potrebbero non riaprire mai.

A beneficiare dell’ incertezza, soprattutto in questi territori, potrebbero essere le associazioni criminali.  Al momento, infatti, sono in corso indagini sulle attività di un gruppo di Facebook chiamato “Rivoluzione nazionali” che ha incoraggiato le persone a saccheggiare i supermercati. “Le persone dietro questo gruppo sono quelle che, prima del blocco, si sono guadagnate da vivere con rapine in casa e furti neinegozi”, ha svelato una fonte della Digos siciliana. “Ma con alcune di queste attività criminali in pausa a causa del lockdown, gli unici negozi aperti da rapinare sono supermercati e farmacie. Queste sono persone che, a causa della dilagante povertà nel Sud, di solito sopravvivono proprio grazie alle attività criminali, attività che ora non stanno andando così bene”. 

 

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