Secondo morto ritrovato a bordo del traghetto Euroferry Olimpia della Grimaldi andato a fuoco lo scorso 18 febbraio in mare, nei pressi dell’isola di Corfù, tra l’Italia e la Grecia. Ad annunciarlo la Guardia Costiera greca. Il corpo si trovava nel garage dello scafo. Non è stato ancora riconosciuto. Sale così a due il bilancio delle vittime dell’incidente di venerdì scorso. I dispersi sono ancora nove.

All’inizio erano state date tutte per salve le persone a bordo. Il traghetto era in viaggio da Igoumenitsa a Brindisi. Sullo scafo c’erano 230 passeggeri e 51 membri dell’equipaggio. Per agevolare le operazioni di spegnimento la nave è stata rimorchiata per circa 230 chilometri dall’isola di Corfù al porto di Astakos, sulla costa occidentale della Grecia. Le fonti dell’incendio nell’Euroferry Olympia sono state spente e i vigili del fuoco sono riusciti a salire sull’imbarcazione alla ricerca dei dispersi. Il primo corpo era stato rinvenuto il 20 febbraio: un uomo trovato morto nel ponte garage, dove diversi autisti di camion si trovavano per passare la notte nei loro camion nonostante la zona fosse interdetta durante la navigazione. Il corpo era carbonizzato.

Stando alle parole a Il Mattino del comandante dell’Euroferry Olympia Vincenzo Meglio le fiamme si erano propagate molto velocemente. “Se avessimo aspettato ancora cinque minuti anche la zona delle scialuppe sarebbe stata invasa dalla fiamme”. Il Gruppo Grimaldi aveva replicato al Sindacato Greco degli Autotrasportatori Professionisti (SEOFAE) che il traghetto era in buone condizioni e la navigazione affatto “precaria”. Respinte anche le accuse di overbooking.

“Come per tutte le altre navi del Gruppo Grimaldi – si leggeva in una nota – sia le cabine che le aree comuni della Euroferry Olympia vengono sottoposte a regolare pulizia e sanificazione, mentre i lavori di manutenzione sono all’ordine del giorno. Le buone condizioni della nave sono state infatti confermate lo scorso 16 febbraio a Igoumenitsa, dove l’Euroferry Olympia è stata sottoposta dalle autorità greche a un’ispezione di Port State Control (che ha riguardato anche i sistemi di rilevazione fumi e antincendio), conclusasi con risultati soddisfacenti”.

Dopo oltre 50 ore dallo scoppio dell’incendio era stato invece salvato un giovane camionista bielorusso di 21 anni. “Ho mandato un sms di addio a mia moglie. Ero convintissimo che la morte ci prendeva tutti”, aveva raccontato un autotrasportatore superstite. Ci hanno chiamato – aveva raccontato ai giornalisti sul molo – ci hanno diviso in due gruppi e poi c’è stato l’abbandono nave. Ho pensato di morire, la morte l’abbiamo vista. Qualcuno ha tentato di andare ai camion per recuperare soldi, documenti, patenti. Non abbiamo più documenti, licenze comunitarie importanti. L’organizzazione è stata stupenda, sono stati bravissimi, ragazzi giovani molto in gamba. Ogni settimana faccio questa tratta, non avrei mai pensato una cosa del genere dobbiamo ringraziare Dio”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.