L'assenza di prevenzione
Truffe su Pnrr e Superbonus: in un anno irregolarità per 11,3 miliardi di euro
La politica italiana spesso sembra aver bisogno di “supplenti”: il ruolo eccedente occupato dalla magistratura è nato anche da questo vero o presunto bisogno di qualche istituzione che subentri laddove la politica sembra non farcela. Terreno pericoloso, e assai scivoloso per la democrazia. Lo si è visto e lo si vede ancora. Vale anche per le forze dell’ordine. Il cui intervento – sempre di concerto con la magistratura – di fatto certifica falle più o meno ampie nei procedimenti amministrativi o nella legislazione.
Gli interventi della Guardia di Finanza
In questi ultimi giorni è stata la volta della Guardia di Finanza, che ha comunicato gli esiti di alcune “indagini mirate” per scovare le truffe ideate per accedere alle risorse del Pnrr non avendone titolo. Ma il problema non è il Pnrr. È la distribuzione “allegra” di crediti di imposta. Nell’ultimo anno e mezzo la Guardia di Finanza ha svolto oltre 14mila interventi di controllo e indagine, che hanno consentito di scoprire irregolarità per 11,3 miliardi di euro. I capitoli? Dall’indebita riscossione del reddito di cittadinanza alle ricorrenti (e ancora non sopite) truffe per il Superbonus 110%. Tutto ciò in aggiunta all’ordinaria amministrazione dell’attività investigativa che, nel 2024, ha portato alla scoperta di 9.139 evasori totali, 58.315 lavoratori in nero e irregolari, 20.198 denunce e 496 arresti per reati tributari. Ma se dovessimo gridare allo scandalo, in testa dovremmo mettere l’abitudine al credito non dovuto o alla riscossione di prestazioni senza averne i requisiti.
Gli anni del reddito di cittadinanza
Negli anni di vigenza del reddito di cittadinanza sono stati elargiti circa 26 miliardi di euro. Senza alcun controllo preventivo. Tutto veniva fatto in sostanza con autodichiarazione. Oltre a una norma discutibile, e forse predisposta dalla politica con un approccio lasco non casuale, l’amministrazione ha fatto il resto, omettendo qualunque intervento preventivo. Rubinetto aperto: quell’acqua scaricata (con tanti euro) avrebbe dovuto essere filtrata a esclusivo carico delle indagini di Gdf e Carabinieri, affidando a loro la possibilità di verificare quanto di questo ben di Dio fosse stato rivolto a soggetti senza diritto. Svuotare il mare con un secchiello potrebbe essere più semplice. E sempre con le metafore di rito, si preferisce prima aprire la stalla, e poi recuperare – quando si riesce, e quanto si riesce – qualche animale fuggito. Ma mai tutto il danno è riparabile. E si tratta di danni miliardari. Come quelli derivanti dal Superbonus 110%.
Lo studio di Bankitalia
Uno studio di Bankitalia, lo scorso anno, ha fatto dei conti da far accapponare la pelle: il provvedimento, abbinato al bonus facciate, nel periodo tra 2021 e 2023, è costato oltre 170 miliardi di euro allo Stato italiano. Si tratta, in media, di tre punti percentuali di Pil all’anno. Quanto di questo è stato erogato in maniera fraudolenta? Lo sapremo fra qualche anno. Infatti, continua lo stillicidio di indagini e di denunce, un po’ in tutta Italia, unificando il Paese oltre i soliti confini Nord-Sud. La scorsa settimana è toccato ad Aosta e a Chieti. Poco meno di un milione nel primo caso, poco più di 10 milioni nel secondo: tutti soldi sottratti all’Erario e prelevati dalle tasche dei cittadini, attraverso l’imposizione fiscale.
È normale? Nell’instancabile battaglia tra guardie e ladri non sorprende – anche se ripugna – il dinamismo dei truffatori, ma è motivo di incredulità la sostanziale inerzia preventiva. Sia da parte del legislatore, che pensa solo ad annunciare provvedimenti in grado di generare consenso (ammesso che poi che la gratitudine non sia, come ricordava Andreotti, solo il sentimento del giorno prima), sia da parte dell’amministrazione pubblica, asservita al politico di turno e prontissima a farsi da parte per non disturbare il “manovratore pro tempore”, sottraendosi al suo ruolo essenziale di istituzione di garanzia della vita civile. Amministratori pubblici e politici si rivelano di fatto conniventi nel danno colossale prodotto alle casse dello Stato da iniziative progettate in modo irresponsabile e organizzate in modo colpevole. I primi dovrebbero essere sanzionati dai secondi, almeno nei loro percorsi di carriera, e invece sono premiati per la loro fedeltà al politico e non al Paese. E gli equilibri di finanza pubblica sembrano un problema affidato alle forze dell’ordine, alla loro sagacia investigativa, chiamate a mettere un tappo al lavandino, dopo che tanta acqua è stata versata a fondo perduto.
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