L’aumento del numero di contagi da Covid ha fatto scattare l’allarme anche per i bambini che non sono protetti dal vaccino, almeno per il momento. Ma in realtà la situazione dei ricoveri da Covid per i più piccoli non è peggiorata. Anzi: l’emergenza per i più piccoli è un’altra e si chiama virus sinciziale. Lo spiega al Riformista Vincenzo Tipo, Direttore U.O.C. di Pediatria d’Urgenza, Pronto Soccorso e OBI A.O.R.N. Santobono-Pausilipon di Napoli. “La vera emergenza in questi giorni è il virus respiratorio sinciziale che ha portato nel giro di 2 settimane a un sovraffollamento del pronto soccorso: noi vediamo circa 300 pazienti al giorno, l’80% di questi presenta la sintomatologia respiratoria legata al virus sinciziale”.

Il medico, che è sempre stato in prima linea sul fronte pediatrico nella lotta al Covid, racconta che il recente aumento dei contagi non ha influito negativamente sui ricoveri da Covid nell’ospedale pediatrico napoletano. “A differenza di quello che è un aumento generale dei contagi che si registra in Campania – ha detto – e che comprende anche i bambini, non abbiamo un aumento delle ospedalizzazioni. In questo momento tranne l’11enne ricoverato in terapia intensiva, non abbiamo altri bambini ricoverati per Covid all’interno dell’ospedale. In qualche modo è una situazione di tranquillità perché non c’è pressione per il Covid sull’Ospedale e quindi sull’assistenza sanitaria. I contagi anche tra i bambini sono aumentati ma questa è la lettura che noi facciamo semplicemente del bollettino di tutta la regione”.

Tipo spiega che l’11enne ricoverato in gravi condizioni per il Covid e che è stato necessario intubare è un caso isolato. “Dall’inizio del Covid in questo ospedale abbiamo avuto solo 2 bambini che hanno avuto bisogno della rianimazione per problematiche simili – ha detto il primario – Due bambini su 400 ricoverati per Covid. Questo virus purtroppo è conosciuto ancora oggi in piccola parte. L’espressività e l’aggravamento è legata a una serie di fattori che può essere legata sia all’aggressività del virus ma soprattutto alla predisposizione dell’organismo. Fattori genetici, immunologici, giocano un ruolo chiave. Ma siamo ancora lontani dal capire i meccanismi perfetti del contagio e del perché qualcuno contrae forme più gravi”.

Altra storia invece per la recente epidemia da virus sinciziale, balzato alle cronache dopo che lo ha contratto Vittoria, la figlia di Chiara Ferragni e Fedez. “Non è un virus nuovo ma lo abbiamo sempre visto, fonte di periodiche epidemie annuali”, ha precisato Tipo.

Il primario conferma che è in atto una seria epidemia di questo virus che colpisce in maniera particolarmente grave soprattutto i più piccoli. “Quest’anno l’epidemia è stata molto anticipata: di solito il picco lo osserviamo tra gennaio e febbraio – continua il dottore – Poi secondo noi è aumentata anche la virulenza con cui il virus si presenta e dà sintomi clinici. I bambini stanno un po’ peggio del solito, colpisce soprattutto i lattanti e i neonati che hanno difficoltà respiratorie maggiori e che quindi hanno bisogno spesso di un’assistenza ospedaliera perché necessitano di ossigeno”.

In questo scenario critico il Covid ha peggiorato la situazione? “Non tanto in se stesso ma il fatto che la pandemia ha comportato il distanziamento generale ha portato a una immunocompetenza limitata e quindi il ritardo di circa un anno – ha spiegato Tipo – I bambini che hanno una risposta anticorpale più aspecifica rispetto agli adulti hanno un sistema immunitario che ogni anno si allena a combattere le infezioni virali. Sono stati per un anno fermi e quindi il sistema immunitario non si è allenato e si trova a dover combattere una serie di virus respiratori, scoperti dalla protezione che generalmente loro hanno”.

Il virus sinciziale ha una contagiosità altissima e si manifesta in tutte le fasce d’età. “Negli adulti viene come un semplice raffreddore – ha spiegato – ai più piccoli può dare difficoltà respiratorie anche gravi. Allora le precauzioni di tutte le infezioni virali sono sempre le stesse: distanziamento, mascherine, lavare spesso le mani”.

Il medico rassicura che il virus sinciziale si può curare con terapie comuni alle infezioni virali. “I sintomi iniziano generalmente tutti allo stesso modo come un raffreddore, poi dopo un bambino può andare in una forma di peggioramento clinico o meno. Questi sintomi vanno interpretati con il proprio pediatra di riferimento. Il pronto soccorso diventa un luogo di sovraffollamento critico: non si riesce mai a fare un distanziamento importante e quella può essere la fonte di contagio anche di altre patologie. Il pronto soccorso va riservato ai casi gravi, alle insufficienze respiratorie importanti, ai bambini che presentano affanno, dispnea, che non mangiano, che sono abbattuti”.

E lancia l’appello ai genitori a non andare nel panico ma a rivolgersi al pediatra di fiducia prima di correre in ospedale. “Affollare il pronto soccorso – ha concluso Tipo – non serve e determina solo difficoltà organizzative e si impedisce di concentrare l’attenzione sui casi gravi”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.