Storie di profughi, di esuli e schiavi sono al centro dell’opera narrativa ‘anti coloniale’ dello scrittore tanzaniano Abdulrazak Gurnah, che l’Accademia Reale Svedese ha premiato con il Nobel della Letteratura 2021 «per l’inflessibile e compassionevole comprensione degli effetti del colonialismo e della sorte dei rifugiati, per la sua dedizione alla verità e la sua avversione alla semplificazione». Ma chi è Gurnah? Nato a Zanzibar nel 1948 – racconta l’AdnKronos – da una famiglia araba, isola delle spezie e dei profumi, che attualmente fa parte della Tanzania, cuore di un antico flusso di popolazioni africane, arabe, asiatiche, persiane ed europee, e oggi meta di importanti flussi turistici, Gurnah ha fatto della sua letteratura uno strumento potente per denunciare i luoghi comuni sul Continente nero, rifiutando – sono sempre parole della motivazione del Nobel – “le descrizioni stereotipate” e aprendo “il nostro sguardo su un’Africa orientale culturalmente diversificata”.

«Io non sono interessato alla storia semplicemente in quanto fonte di materiale per la scrittura: la storia mi interessa perché è incompleta», ha detto di recente Gurnah che dal 1968 vive in Inghilterra, con cattedra all’Università del Kent. Così ha fatto dell’isola affacciata sull’Oceano Indiano dirimpetto a Bagamoyo, l’antico porto da dove partivano gli schiavi, il microcosmo che assume un valore universale tra passato e presente: una Zanzibar con mille tracce diverse, con rovine antiche di costruzioni persiane, forti arabi, palazzi superbi eretti durante l’ultimo periodo del Sultanato degli Omanidi; una Zanzibar che è culla della lingua swahili parlata in tutta l’Africa Orientale, ibrido ricchissimo e idioma di tanta letteratura orale e scritta. Abdulrazak Gurnah si trasferì in Gran Bretagna come studente nel 1968, all’età di 20 anni, costretto a lasciare Zanzibar a causa delle persecuzioni ai danni dei cittadini di origine araba.

All’Università del Kent ha conseguito il dottorato di ricerca in letteratura inglese e quindi è stato nominato professore e direttore del dipartimento di inglese. Tra i suoi romanzi più noti: “Il disertore”, “Paradiso” e “Sulla riva del mare”, pubblicati in italiano da Garzanti. La sua personale rielaborazione della vera e terribile storia di Zanzibar che continua ad essere celata ha consentito a Abdulrazak Gurnah di trarre l’ispirazione fin dal romanzo di esordio, “Memory of Departure” (1987).

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