Nel maggio del 2018 tentarono di uccidere a Massa di Somma Umberto Piscopo, allora reggente del clan a loro rivale, quello dei Piscopo-Ponticelli. Questa mattina all’alba sono stati arrestati e condotti in carcere dai Carabinieri del Comando Provinciale di Napoli: si tratta di tre uomini, riconducibili al gruppo dei Terracciano, che avevano tentato di eliminare il boss avversario in una logica di controllo del territorio tra Massa di Somma e San Sebastiano al Vesuvio.

I soggetti, tutti secondo gli inquirenti “gravemente indiziati per i reati di tentato omicidio in concorso e porto in luogo pubblico di armi, aggravati dalle finalità mafiose”, avevano teso un agguato a Piscopo esplodendo “numerosi colpi di pistola calibro 7,65” nei pressi del portone della sua abitazione.

L’attività investigativa, condotta dai Carabinieri Nucleo Investigativo di Torre Annunziata e della Tenenza di Cercola e diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli – DDA, è stata portata avanti con intercettazioni telefoniche ed ambientali e supportata dalle dichiarazioni di persone informate sui fatti, da un collaboratore di giustizia e da uno dei soggetti arrestati.

Il mandante – secondo quanto ricostruito – è Antonio Terracciano, 32enne pregiudicato, soggetto di spicco dell’omonimo gruppo camorristico. Oltre ad aver decretato e pianificato l’azione omicida, ne ha anche preso parte attivamente. A sparare è stato però Umberto Scognamiglio, 50enne pregiudicato, trasportato in auto da Antonio Borrelli (40 anni, anche lui con precedenti penali), che avrebbe poi fatto da “palo”.

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Napoletano, Giornalista praticante, nato nel ’95. Ha collaborato con Fanpage e Avvenire. Laureato in lingue, parla molto bene in inglese e molto male in tedesco. Un master in giornalismo alla Lumsa di Roma. Ex arbitro di calcio. Ossessionato dall'ordine. Appassionato in ordine sparso di politica, Lego, arte, calcio e Simpson.