In 48 ore due blitz contro le nuove leve
Bombe e spari, a Ponticelli indeboliti i clan della faida: presi gli attentatori rimasti con l’auto in panne

Giorni di fermi nel tentativo di bloccare la faida in corso a Ponticelli, periferia est di Napoli, che nel giro di poche settimane ha provocato un morto ammazzato, diversi raid armati e l’esplosione di almeno 3 ordigni, uno dei quali lanciato addirittura da un cavalcavia. Proprio i presunti responsabili di quest’ultimo episodio sono stati sottoposto a un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed eseguito dai carabinieri del Comando Provinciale. A condurre le indagini sono le pm Antonella Fratello e Simona Rossi.
Si tratta di tre uomini, considerati dagli investigatori contigui al clan De Luca Bossa-Minichini, attivo nel Lotto Zero a Ponticelli e nel rione Pazzigno a San Giovanni a Teduccio. I tre sono ritenuti gravemente indiziati del reato di detenzione ed esplosione di ordigno, aggravati dalle finalità mafiose. Il loro fermo arriva al culmine di una immediata e serrata attività di indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli e della Compagnia di Napoli Poggioreale, avviata subito dopo l’esplosione di un ordigno in via Esopo, nel rione De Gasperi, verificatasi lo scorso 11 maggio.
I tre sono gravemente indiziati di aver lanciato dal cavalcavia la bomba, che ha danneggiato nove auto parcheggiate; l’onda d’urto – così come appurato dai carabinieri – avrebbe potuto provocare il decesso di eventuali persone presenti nel raggio di 10 metri circa dall’esplosione. La deflagrazione, inoltre, ha danneggiato la macchina utilizzata dai tre costretti a scappare a piedi. Gli attentatori infatti avevano scelto di lanciare la bomba dall’alto di un cavalcavia per non avvicinarsi troppo alla roccaforte del clan rivale ma non avevano calcolato attentamente gli effetti che sarebbero stati determinati della potente deflagrazione, che ha fatto esplodere anche gli airbag della vettura. I tre fermati sono stati condotti nel carcere di Secondigliano, in attesa dell’udienza di convalida.
I fermi nel clan degli XX (De Martino)
Lo scorso 18 maggio la Squadra Mobile di Napoli ed il Commissariato di Ponticelli hanno dato esecuzione ad un fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, poiché gravemente indiziate di tentate estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Destinatari quattro uomini: Salvatore Cardillo, 20 anni, Vincenzo Di Costanzo, 23 anni, Pietro Frutto, 22 anni, e Ciro Uccella, 22 anni.
Gli episodi, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, si sarebbero verificati a fine marzo a Ponticelli quando i quattro avrebbero intimato agli spacciatori della zona il pagamento di una somma di denaro per il mantenimento della piazza di distribuzione. La condotta contestata nell’ambito di questo procedimento si inserisce in un più ampio contesto criminale, già evidenziato in precedenti provvedimenti giudiziari e in particolare nell’attuale contrapposizione nel territorio di Ponticelli tra il clan De Luca Bossa-Minichini-Casella e la famiglia De Martino che, fino al mese di agosto 2020, ha operato nel cartello criminale, a sua volta espressione dell’Alleanza di Secondigliano.
La guerra di camorra
Dopo i numerosi arresti degli ultimi anni sia nel clan De Micco (soprannominati ‘Bodo‘) che nel clan D’Amico del rione Conocal, a Ponticelli da 24 mesi è in corso uno scontro tra quel che resta dei ‘Bodo’, oggi denominati “XX” e guidati dalla famiglia De Martino (il cui reggente è in carcere per omicidio, ad essere libero un fratello minore) e il gruppo composto dalle famiglie De Luca Bossa-Schisa-Minichini che hanno la propria roccaforte nel Lotto Zero. In supporto di quest’ultimi ci sarebbe anche la famiglia Casella, egemone nella zona di Largo Molinari e nella vicina Cercola.
I De Martino, o XX, hanno invece la propria influenza nel rione Incis, nel rione Fiat e nel Lotto 10. Lo scorso 14 marzo il 29enne Giulio Fiorentino, legato agli XX, è stato ucciso in un agguato.
Tre bombe e una ‘stesa’ in 72 ore. Strade, rioni e cortili trasformati in campi di battaglia. Cio’ che accade in queste ore a Ponticelli, quartiere della zona Orientale della città, è una emergenza nazionale. Residenti, commercianti vivono nel terrore più assoluto”, denuncia il senatore Sandro Ruotolo del Gruppo Misto in relazione all’escalation criminale nella periferia Orientale di Napoli. “Ieri sera alle 23, l’ultima esplosione dovuta alla deflagrazione dell’ennesimo ordigno – aggiunge -. E’ un coprifuoco permanente. A Ponticelli non è il Covid a far paura ma le bombe. Queste persone non possono e non devono essere lasciate sole. Devono mobilitarsi le istituzioni, ma dobbiamo mobilitarci anche noi che siamo la società civile. Mi aspetto più polizia in strada, ma anche più telecamere, più investimenti per la scuola, la formazione, il lavoro, più sostegno alle associazioni attive sul territorio per contrastare i clan. Ci sono in giro criminali che non esitano a lanciare bombe. Ci sono tutti i motivi per essere allarmati e credo che il Governo può e deve inviare rinforzi alle donne e agli uomini impegnati nel contrasto alla criminalità. Se c’e’ una emergenza ed a Ponticelli è una emergenza nazionale bisogna affrontarla in maniera adeguata, schierando ancora di più tutte le forze disponibili”, conclude.
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