Parla il segretario generale della Fondazione Ania
“Aiutiamo chi soffre a reagire ai traumi”, intervista a Umberto Guidoni di Ania
Umberto Guidoni è segretario generale della Fondazione Ania. Con lui abbiamo parlato del progetto volto alla rielaborazione del trauma delle vittime che hanno subito incidenti stradali.
Come nasce il progetto Ania Cares della Fondazione Ania?
Alla base c’è il nostro principio ispiratore: mettere la vittima di un incidente stradale al centro del nostro lavoro. Ania Cares nasce dal dialogo che il settore assicurativo, attraverso l’attività della Fondazione Ania, ha con i familiari delle vittime della strada o con chi ha avuto un incidente grave. Alla ricerca delle soluzioni capaci di favorire una rielaborazione del trauma, ci siamo resi conto che molto spesso chi rimaneva coinvolto in un incidente stradale soffre di quella che è stata definita la “vittimizzazione secondaria”.
Ovvero?
Una volta subito il trauma dell’evento, si rischia di subire un secondo trauma provocato dalla burocrazia, da procedure complesse e dagli aspetti legati alla fase risarcitoria. Il tutto in un momento difficile, sia psicologico (la perdita di un familiare), sia fisico (per chi subisce gravi lesioni), e vede quindi cambiare radicalmente la propria vita. Abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa: fornire un aiuto qualificato per reagire dopo un incidente stradale, superando le conseguenze psicologiche per danni fisici permanenti o per la perdita di una persona cara.
E così nasce Ania Cares. Questo progetto supporta anche il servizio pubblico?
Sì, noi siamo a supporto del sistema pubblico. Con questa logica, entriamo negli ospedali con un servizio interamente finanziato dal “privato”, ovvero dal settore assicurativo. I risultati conseguiti dalla Fondazione Ania mostrano la strada vincente per affrontare le emergenze nazionali: si deve fare sistema. La collaborazione tra il settore pubblico e il settore privato, l’unione di forze e di intenti tra questi due mondi sono indispensabili per ottenere risultati di alto livello.
Potremmo parlare di una sintesi tra etica ed economia?
Esatto. Un’economia con fini sociali, un elemento fondamentale per il futuro dei cittadini specie se viene istituzionalizzato dalla politica. Attraverso la Fondazione, il settore assicurativo cerca così di essere vicino al cittadino non soltanto con i classici prodotti assicurativi, ma con servizi che mettono al centro i più deboli.
Qual è l’impatto di Ania Cares sul settore assicurativo?
L’impatto è forte perché le compagnie, dopo aver osservato il progetto all’opera, ne stanno sfruttando le potenzialità avviando progetti simili. Restituire ciò che un incidente stradale ha tolto è impossibile, ma creare una rete di supporto che aiuti ad affrontare la realtà e migliori la propria condizione nel tempo è un successo del quale siamo orgogliosi.
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