Anche lo scorso anno le polizze vita sono state molto apprezzate dai risparmiatori e hanno raggiunto, in base a una stima basata su elaborazioni ANIA su dati trimestrali della Banca d’Italia, circa il 18% delle attività finanziarie delle famiglie italiane. Nel 2021, infatti, la raccolta effettuata in polizze vita è stata pari a 106 miliardi, il 4,5% in più rispetto all’anno precedente. I risultati positivi sono dovuti innanzitutto alla capacità di rispondere alla domanda dei risparmiatori con strumenti che riducono i rischi finanziari e consentono, almeno in parte, di avere garanzie di rendimento minimo. Anche le polizze che coprono i rischi di morte prematura, della perdita di autonomia o di una malattia grave hanno riscosso un maggior interesse, grazie alla maggiore domanda di protezione a seguito della pandemia.

Tecnicamente, la polizza vita è un contratto di natura privata stipulato tra la compagnia e il contraente, di solito una persona fisica, che versa una somma (premio) per avere in cambio un capitale o una rendita corrisposti al beneficiario da lui designato, alla scadenza del contratto o quando si verifica l’evento assicurato (per esempio, la perdita di autosufficienza dell’assicurato). L’assicurato è la persona fisica sulla cui sopravvivenza o altri eventi della vita viene stipulata l’assicurazione: può coincidere con il contraente, come spesso accade, oppure no, e resta lo stesso per tutta a durata del contratto. Il beneficiario è il soggetto – o una pluralità di soggetti, per esempio, gli eredi del contraente – che il contraente, appunto, indica come percettore della prestazione. Il contraente può modificarlo in corso di contratti e, in caso di esigenze di riservatezza, può indicare, oltre al beneficiario, una terza persona alla quale la compagnia potrà rivolgersi al verificarsi dell’evento assicurato.

Sottoscrivere una polizza vita offre diversi vantaggi: le prestazioni dovute dalla compagnia sono impignorabili e insequestrabili; le prestazioni liquidate in caso di decesso, invalidità totale e permanente, malattie gravi o perdita dell’autosufficienza dell’assicurato sono esenti da imposte di successione o altre imposte. Le prestazioni liquidate in caso di sopravvivenza sono soggette, a titolo definitivo, all’imposta sui rendimenti finanziari limitatamente alla differenza, se positiva, tra capitale da liquidare e quanto versato dal cliente. Attenzione: i diritti derivanti dal contratto di assicurazione sulla vita si prescrivono in dieci anni dal verificarsi dell’evento (ad esempio, la morte dell’assicurato), per cui è bene che anche i familiari o i beneficiari, diversi dall’ambito familiare, siano a conoscenza dell’esistenza della polizza, per evitare che essa non sia riscossa al decesso del contraente-assicurato. In base alla loro finalità, le polizze vita si distinguono così: quelle dedicate all’investimento dei risparmi delle famiglie, quelle dedicate alla protezione di rischi corsi dalla persona e quelle previdenziali.

Prodotti assicurativi d’investimento
I prodotti assicurativi d’investimento più diffusi sono le tradizionali polizze “rivalutabili”, che garantiscono almeno un rendimento minimo o la restituzione del capitale investito, più un rendimento ottenuto dell’investimento dei versamenti dei clienti in particolari gestioni assicurative. Ci sono altri prodotti assicurativi d’investimento in cui il rendimento del capitale – di solito, non garantito – dipende dall’andamento di fondi (polizze vita unit linked) o indici finanziari (polizze vita index linked): si tratta di prodotti destinati a chi vuole investire in modo dinamico e diversificato i propri risparmi, per ottenere nel medio-lungo termine una crescita del capitale, essendo disposti a una oscillazione dell’investimento maggiore di quella che caratterizza i prodotti più tradizionali.

Per soddisfare entrambe le esigenze di sicurezza dell’investimento e crescita del capitale, anche in modo diverso nel corso della durata contrattuale, sono nati i prodotti assicurativi “multiramo”, ossia una combinazione dei prodotti tradizionali di risparmio garantito e dei prodotti unit linked, collegati più direttamente all’andamento dei mercati finanziari. In tutti i casi, le condizioni contrattuali specificano le condizioni alle quali richiedere, in caso di necessità, il riscatto anticipato del valore del contratto.

Prodotti assicurativi di protezione
Anche le forme che proteggono esclusivamente da situazioni di rischio legate alla vita di una persona, come la morte, l’invalidità, la perdita di autonomia o l’insorgenza di malattie gravi sono classificati nelle polizze vita. In questi contratti, a fronte del versamento del cliente la compagnia garantisce il pagamento di una prestazione quando si verifica l’evento assicurato nel corso della durata del contratto, senza prevedere il rimborso dei versamenti nel caso in cui l’evento non si verifichi.

La durata del contratto, così come la prestazione assicurata, sono decisi liberamente dal cliente o, quando il prodotto è connesso a un mutuo o un prestito, sono pari al debito che lo stesso cliente ha con la banca e che è quindi coperto dall’assicurazione. Sono prodotti meno diffusi di quelli dedicati all’investimento, ma altrettanto importanti, perché in grado di proteggere l’integrità economica di una famiglia o di un’azienda da eventi spiacevoli che possono purtroppo accadere al principale percettore di reddito della famiglia o a figure-chiave come gli amministratori di una società.

Prodotti pensionistici
Le aspettative sempre più ridotte di avere una pensione pubblica adeguata, specie per i giovani, hanno spinto lo sviluppo, comunque ancora inferiore rispetto a quello che sarebbe necessario, delle forme pensionistiche complementari. Si tratta di forme che consentono di accantonare in modo regolare una parte dei propri risparmi durante la vita lavorativa per ottenere una pensione integrativa, aggiuntiva rispetto alla pensione di base. Al momento del pensionamento, il montante accumulato potrà, infatti, essere convertito, in tutto o in parte, in una pensione complementare.

Le forme disponibili sono:
– i fondi pensione aperti, offerti non solo dalle compagnie, che possono essere destinati sia ai singoli individui sia ai lavoratori di un’azienda sulla base di un accordo collettivo, anche aziendale;
– i piani individuali pensionistici (PIP), ossia le polizze vita destinate ai singoli individui, sia dipendenti sia autonomi o liberi professionisti;
– i fondi pensione negoziali, destinati ai lavoratori di un’azienda, un gruppo, un intero comparto di lavoratori o a tutti i lavoratori di una regione, istituiti dalle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori sulla base di un accordo collettivo, anche aziendale.

Tutte le soluzioni propongono, di norma, più linee d’investimento tra cui scegliere, da quelle più sicure ma con rendimenti contenuti, a quelle più rischiose che presentano più elevate potenzialità di rendimento. Riguardo ai costi, le forme collettive presentano in media i costi più bassi, ma le forme individuali prevedono forme di consulenza e di servizio al cliente più personalizzate. In ogni caso, è bene sempre informarsi e valutare più alternative prima di scegliere. Il contributo versato dal cliente è libero, anche se in caso di adesioni dei lavoratori di un’azienda o un comparto sono gli accordi collettivi a stabilire le misure minime di contribuzione e a disciplinare le modalità di versamento della quota di contributo pagata per il lavoratore da parte del datore di lavoro.

Tutte le forme pensionistiche complementari godono di particolari vantaggi fiscali: tra le principali misure, vi è la deducibilità dal reddito del contributo versato dal lavoratore, anche per familiari a carico, e dal datore di lavoro fino al limite massimo di 5.165€, mentre le prestazioni pensionistiche sono tassate al 15%, riducibile al 9% in funzione degli anni di permanenza superiori al quindicesimo. Anche i rendimenti finanziari sono sottoposti a una tassazione (20%) più bassa rispetto al 26% che si applica alla maggior parte dei prodotti finanziari.

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