Aperta un’inchiesta dalla procura di Roma sul recente e attuale aumento del prezzo del gas, dell’energia elettrica e dei carburanti in Italia. Una vera e propria impennata dei costi tra bollette e rifornimenti che sta colpendo e preoccupando gli italiani. Il procedimento al momento risulta essere senza indagati né ipotesi di reato. L’inchiesta punta a “verificare le ragioni di questo aumento e individuare eventuali responsabilità”, secondo quanto riportato in una nota da Piazzale Clodio. Il comunicato fa sapere che gli accertamenti sono stati affidati al nucleo di polizia economico-finanziaria di Roma della Guardia di Finanza.

Gli aumenti sulla rete carburanti, secondo le rilevazioni di Quotidiano Energia, continuano a crescere: il prezzo del gasolio “supera di poco la benzina, posizionandosi sopra i 2,3 euro al litro in modalità servito e oltre i 2,2 auro nel self. Salgono anche Gpl e metano auto”. Il prezzo medio della benzina in modalità self è al 2,217 al litro, diesel a 2,220. Per quanto riguarda il servito si parla rispettivamente di 2,323 euro al litro e 2,333 euro al litro.

“Ottima notizia! È quello che abbiamo chiesto sabato. Ora la Procura senta anche il ministro Cingolani come persona informata sui fatti, come da noi chiesto, così che possa spiegare ai magistrati il contenuto delle sue importanti dichiarazioni e delle accuse che ha fatto. Anche perché il Mite ha tutti i dati che devono essere comunicati dai distributori, primo passo utile per risalire lungo la filiera e individuare i responsabili delle vergognose speculazioni”, ha dichiarato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “La Procura ora mandi la Guardia di Finanza in tutte le società petrolifere e in tutti i distributori d’Italia per tutti gli accertamenti utili a individuare eventuali profili penalmente rilevanti”.

Il ministro della Transizione Energetica Roberto Cingolani aveva parlato di aumenti immotivati del prezzo dei carburanti e di “una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini” in un’intervista a SkyTg24. Il ministro aveva già allora argomentato della necessità di stabilire un prezzo massimo del gas, un “tetto massimo” intorno agli 80 euro per megawattora, che avrebbe fissato anche il prezzo dell’energia elettrica.

Il governo del Presidente del Consiglio Mario Draghi ha presentato a Bruxelles un piano proprio per fissare un prezzo massimo in tutta l’Unione Europea. Palazzo Chigi non esclude la misura solo in Italia, un decreto potrebbe essere approvato in settimana anche per tagliare le accise su benzina e gasolio che farebbero calare il prezzo del 10%. I fornitori dell’Italia – Russia, Norvegia, Algeria, Libia e Azerbaigian – dovrebbero accettare il tetto massimo, comunque di parecchio superiore ai 17 euro a megawattora che guadagnavano un anno fa. Al momento, sulla misura, in Europa è stallo. Una mossa soltanto italiana, scrive Il Corriere della Sera, potrebbe esporre il Paese a razionamenti e tagli.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.