News
Buon 2023, compagni: può essere l’anno della svolta per il mondo socialista italiano
Ci apprestiamo a varcare la soglia del nuovo anno ed è tempo per noi di pianificare le sfide per il futuro che riguarderanno anche noi. Farlo attraverso le colonne del nostro giornale, è la cosa giusta. L’anno che sta per concludersi è stato attraversato da una guerra feroce alle porte dell’Europa che ha scosso le coscienze e riattivato il senso di incertezza già forte e che era stato causato dall’arrivo della pandemia globale.
Una guerra che ha prodotto un impatto economico che si è ripercosso in tutto il continente, che ha avuto e avrà implicazioni geopolitiche e che ci deve far riflettere sul ruolo dell’Europa, per via degli effetti che la guerra sta avendo sul progetto comunitario, ma che, soprattutto, ha acuito l’emergenza energetica sorta con la ripresa incessante dell’attività post covid. Il risultato è stato quello di un impoverimento ulteriore del potere di acquisto delle famiglie, la crescita dell’inflazione e del senso di precarietà delle nostre comunità. Una situazione drammatica che difficilmente riusciremo a superare definitivamente e strutturalmente nel solo anno alle porte.
Avremo sicuramente bisogno di politiche frutto di visione e di coraggio, che daranno risultati nel medio lungo termine. Il quadro politico, allo stesso modo, ha subìto degli scossoni i cui effetti si propagheranno nel nuovo anno. A partire dal risultato delle elezioni politiche dello scorso settembre, che ha portato – per la prima volta nella storia della Repubblica – ad uno dei governi più a destra di sempre. Il centrosinistra ha tante responsabilità per gli errori commessi e, nel 2023, per tutti sarà necessario discutere ed avviare una nuova fase, che ridia credibilità alla nostra proposta politica, che ha perso la fiducia di ampie fasce di elettorato, che sempre di più si rifugia nel non voto per protesta.
La costituente del Pd, che non è altro che un congresso interno, così come è stata concepita non è in grado di rispondere all’esigenza di creare un nuovo centrosinistra che corrisponda al suo ruolo storico e sia in grado, nelle piazze come in parlamento, di dare le giuste risposte al nostro elettorato. Troppe contraddizioni interne e soprattutto una resa dei conti piuttosto che un laboratorio di idee e proposte che gli italiani si aspettano. La prospettiva politica che abbiamo indicato noi, in autonomia, è la costruzione di un campo socialista e socialdemocratico che occupi lo spazio politico che abbiamo davanti, con l’ambizione – e forse anche la presunzione – di coprire un’assenza che dura da troppo tempo, quella di un partito che si schiera dalla parte dei lavoratori, degli ultimi, che sappia da un lato rispondere ai bisogni legati alle nuove povertà e dall’altro valorizzare e sostenere il merito e le competenze, soprattutto dei nostri giovani, che restano il nostro insostituibile capitale umano.
Con la capacità di aprirsi al confronto senza pregiudizi, senza steccati e al di là delle divisioni, che appartengono alla storia, ma che non devono essere appannaggio del futuro. Discussione su cui ci faremo trovare pronti e avvieremo, con le nostre idee e nella nostra autonomia politica ed organizzativa, con la celebrazione degli Stati generali del socialismo italiano. Lì chiederemo, a chiunque vorrà partecipare, di adottare le cinque priorità discusse ed approvate al congresso dell’Internazionale socialista. Il 2023 può essere davvero l’anno della svolta per il mondo socialista italiano. Sarà l’anno in cui gli ideali e i valori che abbiamo difeso e custodito gelosamente per anni possano essere attualizzati non solo per offrire una alternativa al governo di destra, ma anche per salvare i princìpi di libertà e democrazia messi sempre più in discussione dalle politiche nazionaliste. Che sia arrivato il momento del “di qui si passa” per il ventunesimo secolo? Noi siamo pronti. E che sia un buon anno per ciascuno di voi.
© Riproduzione riservata






