Le celebrazioni dell’anniversario dalla nascita dell’Avanti! si sono svolte a Roma con una maratona di interventi e di riflessioni tra le diverse anime della sinistra. Si sono succeduti esponenti del partito, dell’associazionismo e delle fondazioni socialiste, insieme ai leader e i protagonisti dei partiti del centrosinistra. Dalla giornata dedicata al giornale organo del Psi è partito “l’impegno a costruire un grande movimento socialista e socialdemocratico con l’obiettivo delle elezioni Europee del 2024” – ha detto il segretario del partito, Enzo Maraio, e “un appello a tutta la sinistra ad armare l’opposizione e costruire un’area forte di centrosinistra”. Appello a cui hanno risposto in molti.

Due saluti istituzionali e di alto profilo da parte di Anna Foa, presidente della Fondazione Modigliani e di Alberto Aghemo, presidente della Fondazione Matteotti, che hanno ospitato l’evento nel cuore di Roma, scelto come luogo simbolico perché “rappresenta un punto di riferimento preziosissimo nell’ambito degli studi sulla storia del socialismo e del movimento operaio italiano”– ha detto durante l’intervento di presentazione in apertura Giada Fazzalari, direttrice dell’Avanti! della domenica cui è seguito quello di Livio Valvano, direttore dell’Avanti! Online. Gli interventi si sono aperti con quello di Luigi Iorio, coordinatore della segreteria nazionale PSI, che ha fatto un confronto tra Italia e Europa dove i socialisti sono al governo e vincono le elezioni: “Quando in Italia cerchiamo di mutuare i programmi che hanno portato i partiti socialisti a vincere, lo facciamo con poco coraggio. Bisogna invertire la rotta”

Sullo stesso filone Andrea Orlando, deputato del PD, che osserva che “in Europa è avvenuta una convergenza delle tradizioni socialdemocratiche e la nascita del Pd aveva questa ambizione ma mancava il contributo della tradizione socialista che era stata rimossa. Un errore da non compiere una seconda volta”. Orlando vede il “socialismo come occasione per dare risposta alla crisi della politica” e per questo bisogna “riconoscere la tradizione del socialismo e riconoscere che appartiene anche a chi viene da altri percorsi”.

E’ intervenuto poi Gian Franco Schietroma, segretario Psi del Lazio, che ha ricordato che il Psi si presenterà con il proprio simbolo alle prossime elezioni regionali, a sostegno di Alessio D’amato, presente in sala. Il candidato alla presidenza della regione Lazio ha sottolineato l’importanza del ruolo dei socialisti anche alle prossime elezioni: “Bisogna seguire una rotta – ha detto D’Amato – che non guarda né ai populismi né ai sovranismi. Sono convinto che dalle urne esca una grande affermazione dei Psi e mi auguro anche insieme ai radicali”.

 Pia Locatelli, responsabile esteri del partito ha fatto un affresco delle pagine più significative del giornale, ricordando che l’Avanti! storico è digitalizzato, da qualche anno, ed è consultabile sul sito del Senato. Gabriella d’Angelo, della segreteria del Psi, ha posto l’accento sulle conquiste delle donne raccontate dal giornale. Lorenzo Cinquepalmi, responsabile Giustizia del Psi ha focalizzato il suo intervento sulle questioni sollevate dal ministro della Giustizia Nordio: “Su tanti temi di giustizia giusta, come gli abusi della carcerazione preventiva e la negazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena, Nordio sarà avversato prima di tutto dalla sua stessa maggioranza. Cinquepalmi, tra le altre cose collaboratore di questo giornale”, ha aggiunto che “se Nordio saprà portare avanti questi temi sulla riforma della giustizia, allora andrà sostenuto”.

La ripresa dei lavori nel è proseguita con vari interventi, tra i quali quello di Gennaro Acquaviva, presidente della Fondazione Socialismo, Piero De Luca, vice presidente del gruppo Pd alla Camera, Cecilia D’Elia, della segreteria del Pd, Luca Fantò, responsabile Psi Scuola, Fabio Natta, segreteria Psi, Cesare Pinelli, Direttore di Mondoperaio, Gianvito Mastroleo, presidente onorario della fondazione Di Vagno, Andrea Puccetti, membro del direttivo della Fondazione Rosselli, Andrea Volpe, consigliere Psi Campania, Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale del Giovani, Luciano Belli Paci, fondatore del circolo Rosselli di Milano, Francesco Bragagni, assessore socialista al comune di Rimini.

Il segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri, intervenuto nel dibattito, ha sostenuto che “bisogna ricordare che c’è uno spazio in questo Paese per le idee socialiste”. Parlando della manovra economica del governo ha aggiunto “La cosa più vergognosa è aver colpito le donne con l’abolizione dell’opzione donna e in generale una manovra basata sui condoni. Spero che da oggi ci sia la possibilità di poter ricostruire un’idea che non abbiamo mai perso: quella del socialismo riformista”.

“Nel Pd c’è una svolta socialdemocratica?” – è la domanda che si è posto Claudio Martelli.Non mi farei troppe illusioni. Non vedo nel dibattito congressuale del Pd un livello che merita troppa attenzione”. Poi parlando delle prossime elezioni europee ha aggiunto che “non ci sono obblighi di alleanze. Non vedo una riflessione all’altezza dei tempi sia nell’internazionale socialista che nel Pse”. “Serve – ha detto ancora Martelli – una azione di conoscenza come premessa alla scadenza europea. Tessere il tessuto socialista, ecco cosa serve”.

Enrico Letta è tornato sulla sconfitta elettorale del 25 settembre: “è stato buttato un seme che deve germogliare per dare risposta alle domande a cui nessuno oggi sta rispondendo. Il lavoro che stiamo facendo per il congresso è un lavoro di allargamento. Quello che è accaduto a Bruxelles è scandaloso e non deve sporcare le nostre sfide”- ha aggiunto. Valdo Spini ha ripercorso la storia dell’Avanti!, il più antico giornale di partito italiano, che ha ripreso il nome dal quotidiano della socialdemocrazia tedesca, Vorwarts. Il percorso che Spini sottolinea necessario è quello di “riconciliare il nostro popolo col riformismo socialista, risvegliare quell’area di più di un terzo delle nostre cittadine e dei nostri cittadini che non va a votare. Ecco il nostro compito nella situazione politica attuale”. “Sono personalmente convinto che un rassemblement dei socialisti italiani, se lo sapremo condurre avanti, potrà avere un effetto anche nel dibattito interno al Pd”.

Pietro Folena ha iniziato raccontando la sua storia familiare: “mio padre era socialista. Mia madre era una cristiano sociale socialista iscritta al PSI. Quindi io vengo da questa storia. Ho attraversato la gioventù comunista contestando l’Unione Sovietica anche in anni in cui nel mio partito c’erano ancora molte contraddizioni e molti ritardi”. “Oggi – ha continuato Folena l’alternativa sta in una capacità di riforma democratica in un nuovo compromesso che possa mettere le redini al capitalismo finanziario globale e digitale. Bisogna avere un’idea di partito politico. I partiti politici della Prima Repubblica – ha aggiunto – hanno avuto tutti i loro difetti ma erano partiti radicati nella società e hanno educato la società”.

Bobo Craxi nel suo intervento ha sottolineato che “non vi può essere un vero centrosinistra senza una più forte area socialista. Bisogna recuperare le aree che sono appartenute al centro sinistra. A cui il populismo di Grillo non è mai appartenuto”. Per questo bisogna “mantenere un dialogo con la sinistra di ispirazione socialista, aprire un dialogo al centro, unire i socialisti, i laici ed i liberali per un vero centro sinistra, rilanciare L’Unità del Partito in una prospettiva di conservazione dell’identità e dell’autonomia politica del socialismo italiano”.

Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna e candidato alla segretaria del Pd si è detto “preoccupato per la possibile irrilevanza del Partito Democratico. Nemmeno nel 2018 che stata una sconfitta pesante avevamo avuto una concorrenza tale. Lo dico agli amici del terzo polo che fanno opposizione più al Partito Democratico che al Governo”. Secondo Bonaccini “la vocazione maggioritaria va rimessa al centro. Il partito democratico deve avere l’ambizione di parlare anche a chi non lo vota. Che il Pd sia in salute è un bene per la democrazia italiana. Se dovessi pensare a una sinistra massimalista e radicale farei un regalo alla destra. Non credo che si prendano i voti per come ci si chiama ma per i contenuti delle proposte. Nel congresso dobbiamo chiarire la nostra identità”.

Per Bruno Tabacci bisogna partire da un elemento chiaro: “Gli elettori non vanno più a votare perché pensano che sia del tutto inutile. Non vedono più la connessione tra la loro volontà e il voto. Con queste legge elettorale abbiamo tagliato molti ponti. Oggi rinasce la questione morale e rinasce in un momento che non ci sono più i partiti. Bisogna tornare alle radici politiche. Abbiamo 5 anni. Le radici democratiche e socialiste devono essere in prima file per riannodare i fili. Ricordare un grande quotidiano come l’Avanti! è un momento importante perché la politica deve essere qualcosa che si innalza senza andare a rimorchio dei sondaggi”.

Benedetto della Vedova ha iniziato con una voce di ottimismo: “Penso – ha detto – che la situazione attuale sia migliore di quanto potessimo pensare solo qualche mese fa. In +Europa noi non ci sentiamo un pezzo del centro sinistra, ci sentiamo una forza liberale nella sua dimensione che si allea o si è alleata con un centrosinistra e i socialisti. Non so se riusciremo alle elezioni regionali come io auspico a convergere anche a fare le liste insieme ma il tema dei temi è un tema del futuro non è un tema del passato ed è un radicamento della democrazia”.

L’ultimo intervento prima della chiusura del segretario Enzo Maraio è stato quello di Ugo Intini: “Siamo diventati extraparlamentari – ha detto – e come tali possiamo dire cose crude, non ‘politicamente corrette’: la verità. La più cruda è che forse non siamo più in una vera democrazia. Le cifre (quasi incredibili) sono nascoste dai media. Meloni ha trionfato sì alle lezioni, ma ha preso 3 voti degli italiani su 19. Il centrodestra ha sì una maggioranza schiacciante. Ma grazie a un sistema elettorale infame e truccato. Ha infatti preso il voto di 7 italiani su 26. I giornali nascondono la verità perché parlano soltanto di sondaggi e di percentuali sui voti espressi. Ma questi sono i voti veri, le cifre vere. Si spiegano con il fatto che gli italiani non vanno più a votare: disgustati da una politica meschina; da un sistema elettorale bipolare che li costringe a scelte innaturali. Sono state nascoste le cifre ma è stata anche cancellata la storia”.  Un primo passo, quello delle celebrazioni dell’Avanti!, verso gli stati generali del socialismo dove la parola d’ordine sarà “unità”.