Dopo il caso Maresca
Cafiero de Raho scarica Maresca: “Quando si esce dalla magistratura, si esce”
Dieci anni fa erano uno al fianco dell’altro. facevano entrambi parte della Direzione distrettuale antimafia napoletana, l’uno come procuratore aggiunto e quindi coordinatore delle indagini e l’altro come sostituto. Lavoravano alle indagini sul clan dei Casalesi che a dicembre 2011 culminarono con l’arresto del boss latitante Michele Zagaria. Oggi sono su posizioni ideologicamente opposte.
Parliamo di Federico Cafiero De Raho, procuratore nazionale antimafia vicino alla pensione, e Catello Maresca, ex pm anticamorra e attualmente consigliere comunale a Napoli e giudice di Corte d’appello a Campobasso. E l’argomento è quello delle porte girevoli tra magistratura e politica. «Sono perfettamente d’accordo sull’esclusione delle porte girevoli, cioè quando si esce, si esce» ha affermato De Raho, ospite del programma ‘Soul’ in onda questa sera su Tv2000 e lunedì su Radio InBlu2000. «Quel che connota il magistrato – ha aggiunto – è la sua imparzialità e quindi l’equidistanza di fronte a tutti. D’altro canto nel momento stesso in cui si entra in una forza politica piuttosto che in un’altra si finisce per fare una scelta». E indirettamente si fa riferimento anche al caso di Catello Maresca che tanto clamore ha suscitato nelle scorse settimane, quando il Csm ha accolto la sua richiesta di tornare a indossare la toga dopo un periodo di aspettativa per motivi elettorali, e che ancora tanto divide le opinioni sul rapporto tra politica e magistratura.
«Certo – ha spiegato de Raho -, è vero che ciascun uomo ha le proprie convinzioni, ma una cosa è il convincimento interiore, altra cosa è fare una scelta pubblica che presuppone un inserimento in una certa parte e perciò stesso mi sembra che quell’imparzialità venga meno». Il discorso si lega con la riforma del Csm che è in discussione in questo periodo e con la questione della credibilità della magistratura che si trova a vivere una fase di transizione, un passaggio dalla fase del potere e dell’autorevolezza quasi indiscusse alla fase della fiducia vacillante davanti all’opinione pubblica e delle logiche correntizie da superare per ritrovare credibilità e imparzialità. Il tema delle porte girevoli è uno dei nodi centrali della riforma, che divide i pareri e crea spaccature interne sia alla politica sia alla magistratura. Proprio sulla riforma, la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha deciso di accelerare, si parla di definire il testo entro Natale. Si vedrà.
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