Il sorriso dopo l'incubo vissuto in carcere a Teheran
Cecilia Sala arrivata a Ciampino, la prima foto della giornalista e l’accordo diplomatico tra Italia, Iran e Usa
E’ atterrato alle 16.10 all’aeroporto di Ciampino l’aereo che ha riportato in Italia Cecilia Sala, la 29enne giornalista romana detenuta nel carcere di Evin, in Iran, dal 19 dicembre scorso e liberata nelle scorse ore. La prima foto di Sala, accolta dalla premier Giorgia Meloni, dal ministro degli Esteri Antonio Tajani e dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri è stata pubblicata sui profili social de Il Post ed è stata scattata dal compagno (e collega) Daniele Raineri, presente insieme ai genitori di Sala.
Cecilia Sala in Italia, la foto scattata dal compagno
Nello scatto si vede una Cecilia Sala sorridente che saluta Meloni (di spalle). Sullo sfondo Tajani e Gualtieri. L’aereo che ha riportato in Italia la giornalista de Il Foglio e di Chora Media è partito in mattinata da Teheran così come annunciato da palazzo Chigi in una nota diffusa poco dopo le 11.30 di mercoledì 8 gennaio: “Pochi minuti fa, da Teheran, l’aereo che riporta a casa la giornalista Cecilia Sala. Grazie a un intenso lavoro sui canali diplomatici e di intelligence, la nostra connazionale è stata rilasciata dalle autorità iraniane e sta rientrando in Italia”.
Ai colleghi di Chora Media, Sala ha inviato un messaggio vocale: “Ciao, sono tornata”. La frase è diventata anche il titolo della puntata di oggi del podcast Stories, che racconta la giornata del rilascio della giornalista che era stata arrestata il 19 dicembre in Iran.
La madre: “Quando l’ho chiamata era in taxi, era la Ceci di sempre”
La madre Elisabetta Vernoni, nel podcast Stories, racconta: “Avevo appena saputo della liberazione da Giorgia Meloni, era in taxi quando mi ha chiamato Cecilia dicendomi ‘mamma sto tornando a casa, sto bene, ci vediamo presto’. Poi è come se avessimo fretta di chiudere la telefonata per vederci presto in aeroporto. Era la voce di Ceci di sempre, era già una voce diversa da quella che ho sentito in questi giorni”.
L’accordo diplomatico per la liberazione di Sala
Fonti di governo e di intelligence hanno spiegato a Il Post che l’accordo diplomatico che ha portato alla liberazione di Sala prevede che al momento il governo italiano non estradi Abedini, l’ingegnere iraniano bloccato all’aeroporto di Malpensa lo scorso 16 dicembre su richiesta degli Stati Uniti. Le stesse fonti spiegano che l’accordo è stato definito grazie alla condivisione di informazioni tra l’intelligence italiana e la presidente del Consiglio Meloni sia con lo staff del presidente uscente Biden sia col prossimo presidente Trump.
Il caso Sala-Abedini
Abedini è detenuto nel carcere di Milano dallo scorso 16 dicembre. Era stato condotto prima nel carcere di Busto Arsizio e in seguito nel carcere di Rossano Calabro, finendo infine nel carcere milanese di Opera. Nell’ultima versione della strategia diplomatica di Teheran, il suo caso era stato tenuto distante da quello di Cecilia Sala, con le dichiarazioni della portavoce del governo della Repubblica islamica, Fatemeh Mohajerani, che specificavano come l’arresto dell’italiana non fosse affatto “una ritorsione”, mentre appena qualche giorno prima il ministro della Giustizia iraniano e l’ambasciatore della Repubblica islamica a Roma avevano detto chiaramente che per la liberazione di Sala, Teheran si aspettava quella del cittadino iraniano.
Il rilascio di Abedini
L’ingegnere era in attesa che la Corte d’Appello di Milano decidesse il prossimo 15 gennaio sulla sua estradizione negli Stati Uniti, mentre la Procura generale di Milano si era opposta ai domiciliari. Il nostro codice di procedura penale all’articolo 718, prevede che in caso di arresto con richiesta di estradizione “la revoca sia sempre disposta se il ministro della Giustizia ne faccia richiesta”. Carlo Nordio è arrivato nel pomeriggio a Palazzo Chigi, ma se in un primo momento – così come riportato dall’Ansa – la visita del Ministro sembrava finalizzata a valutare un eventuale rilascio del tecnico, il diretto interessato ha smentito categoricamente la notizia, indicando una discussione con le forze di maggioranza circa la riforma costituzionale della separazione delle carriere e questioni legate ai problemi legati all’applicativo APP Giustizia come motivazioni della sua visita.
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