Vertice a Palazzo Chigi. Intanto per Abedini niente domiciliari
La non vita in carcere di Cecilia Sala: niente letto, due coperte, luce accesa h24. La telefonata ai genitori e l’appello: “Fate presto”
Da due settimane Cecilia Sala è in regime di isolamento completo nel carcere di Evin a Teheran, dove è stata arrestata lo scorso 19 dicembre per “aver violato la legge della Repubblica islamica”. L’Iran dopo 15 giorni non ha fornito alcuna spiegazione in merito al presunto reato commesso, così come non ha recapitato alla giornalista del Foglio e di Chora Media (si trovava a Teheran per documentare e girare alcune puntate del suo podcast “Stories”) il pacco fornitogli dall’ambasciata con beni di prima necessità e libri.
Detenzione Sala, la telefonata ai genitori: senza materasso e occhiali, non vede nessuno da 15 giorni
Dal giorno del suo arresto Cecilia Sala non ha contatti visivi con nessuno. A raccontarlo è il compagno, il giornalista de Il Post Daniele Ranieri che ha sentito Sala il primo gennaio scorso, dopo giorni di silenzio. Ieri infatti è stato concesso alle 29enne romana di telefonare ai genitori: tre chiamate alla madre, al padre e al compagno Ranieri nel corso delle quali Cecilia Sala ha raccontato le condizioni disumane di detenzione. “La cella d’isolamento – scrive Ranieri su Il Post- è un modo di detenzione usato nelle carceri per punire i detenuti, perché non vedere nessuno per periodi di tempo prolungati genera sofferenza, ansia e una forte sensazione di disagio. L’isolamento è da sempre uno strumento per fare pressione psicologica sui prigionieri. In Italia la legge dice che l’isolamento punitivo non può durare più di quindici giorni”.
Sala in carcere in Iran, luce accesa h24
Ai propri cari Sala ha fatto sapere di trovarsi in una cella senza materasso, solo due coperte, una da poggiare a terra, l’altra per proteggersi dal freddo. Non ha gli occhiali da vista (confiscati nel giorno dell’arresto) per ripararsi da una luce accesa 24 ore su 24. Da due settimane Sala non vede nemmeno le guardie penitenziarie con il cibo le arriva da una fessura della porta. I genitori, che hanno potuto sentire la figlia dopo giorni di isolamento, raccontano che è molto provata e che ha spesso ripetuto nel corso della telefonata: “Bisogna fare molto in fretta”.
Tajani convoca ambasciatore iraniano
In mattinata su indicazione del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani, il segretario generale ambasciatore Riccardo Guariglia ha convocato alla Farnesina l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Iran a Roma, MohammadReza Sabouri. L’Italia continua a chiedere la liberazione immediata della connazionale, giunta in Iran con regolare visto giornalistico. L’ambasciatore Guariglia ha poi ribadito la richiesta di assicurare condizioni di detenzione dignitose, nel rispetto dei diritti umani, di garantire piena assistenza consolare alla connazionale, permettendo all’ambasciata d’Italia a Teheran di visitarla e di fornirle i generi di conforto che finora le sono stati negati.
Il vertice a Palazzo Chigi
Alle 16 a Palazzo Chigi un vertice per fare il punto sul caso. La riunione è stata convocata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Al vertice parteciperanno anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano e i servizi di intelligence.
Abedini, niente domiciliari. Iran: “Accelerare liberazione”
L’arresto di Sala sarebbe una ritorsione dell’Iran al fermo avvenuto il 16 dicembre scorso a Malpensa di Mohammad Abedini Najafabadi, l’ingegnere dei droni iraniano. Sul caso la Procuratrice generale di Milano, Francesca Nanni, ha espresso parere negativo alla richiesta della difesa di far ottenere i domiciliari.
Sulla vicenda l’ambasciata iraniana in Italia attacca: “L’iraniano Mohammad Abedini è detenuto nel carcere di Milano con false accuse e Teheran si aspetta dal governo italiano che reciprocamente, oltre ad accelerare la sua liberazione, gli vengano fornite le necessarie agevolazioni assistenziali di cui ha bisogno”.
Sulla detenzione di Cecilia Sala l’Iran ha garantito “l’accesso consolare all’ambasciata italiana a Teheran” e le sono state “fornite tutte le agevolazioni necessarie, tra cui ripetuti contatti telefonici con i propri cari”, ha sottolineato l’ambasciata iraniana in Italia in un post su X.
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