Irene Effe Fornaciari rappresenta la classica figlia d’arte tra pro e contro. Rispondendo alle domande di Caterina Balivo, la figlia di Zucchero ha specificato quanto sia difficile andare oltre alle etichette. “Vorrei spiegare una cosa molto semplice, a noi figli d’arte ci capita questa cosa, non la scegliamo. C’è sempre questo continuo paragone”.

“Mi impongono i tacchi ma io neanche li so portare!”

“Non puoi aspettare l’approvazione degli altri, devi innanzitutto rappresentare te stesso. I compromessi ci sono sempre nella musica ma le cose studiate a tavolino mi stanno strette. Ho allontanato tutti, in questi anni mi sono sgretolata e ricostruita; sono stufa di apparire tutta precisina. Mi hanno anche detto di provare a risultare più femminile, mi impongono i tacchi ma io neanche li so portare!”.

La partecipazione di Irene Effe al Festival di Sanremo e il ritiro

Irene Effe Fornaciari vanta una carriera notevole: ha partecipato quattro volte al Festival di Sanremo. Nel 2009 tra le Nuove proposte, nel 2010 insieme ai Nomadi, con il brano Il mondo piange, nel 2012 e nel 2016, rispettivamente con i brani Grande Mistero e Blu.

Irene Effe e il cognome del padre Zucchero

Dopo Sanremo Irene Effe decide di prendersi una lunga pausa di otto anni: “Ho avuto un crollo di identità. Il lavoro non andava molto bene e le persone intorno a me hanno cominciato a dirmi cosa dovevo fare. Mille voci che mi parlavano… non capivo più niente, non sapevo più chi fossi, che cosa volere e cosa no.”

Irene Effe Fornaciari ha spesso parlato degli onori, ma anche degli oneri che comporta essere figlia di un’artista con un nome così risonante come Zucchero: “Non voglio passare per quella che fa la vittima. Questo cognome mi ha aperto sicuramente tante porte” ha dichiarato la figlia d’arte a Adnkronos.

“Ho detto basta. Stavo male, ho sofferto anche di attacchi di panico, un blackout totale causato dal lavoro e da cambiamenti sentimentali. Ho mollato tutto, tranne i live: una dimensione diversa, dove vivi il contatto con il pubblico, senza mediazioni, senza l’ansia pressante dei “numeri” ha dichiarato l’artista in un’intervista.

Redazione

Autore