Dagli ex calciatori ai registi di cinema, passando per preti ed ex deputati. Sono gli uomini e le donne di Palazzo Chigi, lo staff composto da circa 80 persone che tengono in piedi la ‘macchina’ del governo.

A farne un elenco dettagliato è Repubblica, che evidenzia anche gli stipendi, in alcuni casi non indifferenti, dei consulenti e consiglieri chiamati dalla destra-centro di governo negli uffici dei vari Meloni, Tajani e Salvini.

Tutti operano negli uffici di diretta collaborazione con la premier, il ministro Antonio Tajani, oppure Giovambattista Fazzolari o Alfredo Mantovano, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio.

I compensi, sostanzialmente in linea con quelli dei precedenti esecutivi a guida Giuseppe Conte e Mario Draghi, sono vari: si va da alcune collaborazioni gratuite fino a stipendi che superano quota 220mila euro.

La parte del leone la fa la comunicazione, ormai fondamentale arma di propaganda. Lo staff della presidente del Consiglio comprende Patrizia Scurti, capo della segreteria particolare con stipendio da 180mila euro l’anno, mentre la coordinatrice degli eventi e della comunicazione Giovanna Ianello ne porta a casa 160mila euro. Di Mario Sechi, ex direttore dell’Agi passato alla corte della Meloni come capo ufficio stampa, non è ancora noto lo stipendio: lo è invece quello di Fabrizio Alfano, già portavoce di Gianfranco Fini e vice di Sechi, che guadagna 120mila euro. Quindi il “guru” dei social della premier Meloni, Tommaso Longobardi, con uno stipendio di 80mila euro. E ancora nella comunicazione c’è spazio per Alberto Danese, esperto internet e social media, con un compenso da 20mila per l’autore de “La Voce del Patriota”. A ‘chiudere’ lo staff della premier c’è quindi il coordinatore del settore amministrativo della comunicazione Carmelo Dragotta, compenso da 75mila euro, Stefania Gallo con la qualifica di esperta e compenso da 50mila euro. Il capo di gabinetto è invece Gaetano Caputi, con un passato al ministero dell’Economia e alla Consob, e uno stipendio da 221mila euro, il più alto del lotto.

A fare da contraltare a Caputi è invece il regista Pupi Avati, che collabora a titolo gratuito col ministro degli Esteri Antonio Tajani come consigliere per la cultura. Vengono invece pagati come “consigliere per la politica economica e imprenditoriale” e come “consigliere per le tematiche giovanili e sportive” Sestino Giacomoni e Giuseppe Incocciati: il primo, ex deputati, incassa 50mila euro annui, mentre il secondo, ex calciatore del Milan, si deve ‘accontentare’ di 30mila euro. C’è spazio anche per un ‘religioso’: è il caso del  sacerdote della Congregazione della missione di San Vincenzo de’ Paoli, don Matteo Tagliaferri, che nella squadra del viceprepremier viene stipendiato con 30mila euro. Tajani nel suo staff ha chiamato anche l’ex comandante della Guardia di Finanza, il generale Giorgio Toschi (a titolo gratuito) e il docente dell’Università di Roma “Foro Italico”, Carmine De Angelis, come “consigliere per le politiche degli enti locali”.

Matteo Salvini invece ha rispolverato l’ex Armando Siri, che non è stato eletto il 25 settembre: 120mila euro di compenso come consigliere per le politiche economiche. Gli stessi soldi pagati a un altro ex deputato: Stefano Locatelli, attualmente vicesindaco a Chiudono, in provincia di Bergamo. Il suo storico portavoce Matteo Pandini riceve 60mila euro, mentre 40mila euro sono appannaggio di Alessandro Pansera e Agostino Pecoraro, già nel team di Luca Morisi, l’esperto social dietro la ‘Bestia’ salviniana.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.