Una Ucraina più “amichevole” con Mosca e un’altra “neutrale e demilitarizzata”. Ecco come finirà la guerra scatenata da Vladimir Putin come “operazione speciale” secondo l’ex consigliere presidenziale e stretto consulente del Presidente della Russia Sergey Karaganov che ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera. Un Paese diviso a metà – l’opzione era emersa già nelle settimane scorse, discussa da molti analisti anche prima dell’invasione, avrebbe come confine naturale il fiume Dnipro. Karaganov è stato il primo a teorizzare l’invasione dell’Ucraina nel 2019.

“L’Ucraina è stata costruita dagli Stati Uniti e altri Paesi Nato come una punta di diamante per avvicinare la macchina militare occidentale al cuore della Russia. Vediamo ora quanto fossero preparati alla guerra”, sostiene il consigliere considerato autore della cosiddetta “dottrina Putin”. Karagonov ha paragonato Kiev alla “Germania nel 1936. La guerra era inevitabile, abbiamo deciso di colpire prima che la minaccia diventasse più letale” e inoltre “sappiamo che l’articolo 5 della Nato, che afferma che un attacco a un Paese dell’Alleanza è un attacco a tutti, non funziona. Non c’è garanzia automatica che l’Alleanza intervenga. Ma questo allargamento è quello di un’alleanza aggressiva. È un cancro e noi volevamo fermare la metastasi”.

Per Karaganov l’invasione dell’Ucraina – in Russia non si può parlare né di “guerra” né di “invasione”, i giornalisti che lo fanno, o che diffondono quelle che per il Cremlino sono fake news, rischiano fino a 15 anni di carcere – è anche un’operazione per compattare la società russa, ristrutturarla, renderla più militante, patriotica, epurarla. Il consigliere neanche esclude l’escalation con l’Occidente: “Purtroppo diventa sempre più probabile. Gli americani e i loro partner Nato continuano a inviare armi all’Ucraina. Se va avanti così, degli obiettivi in Europa potrebbero essere colpiti o lo saranno per interrompere le linee di comunicazione”.

Il pronostico finale: “Vinceremo noi, perché i russi vincono sempre. Ma intanto perderemo molto. Perderemo persone. Perderemo risorse e diventeremo poveri, per ora. Ma siamo pronti a sacrificarci per costruire un sistema internazionale più giusto e sostenibile. Ora ci stiamo tutti fondendo nel caos. Vorremmo costruire la Fortezza Russia per difenderci da questo caos, anche se per questo diventeremo più poveri. E il caos potrebbe investire l’Europa, se l’Europa non agisce in base ai suoi interessi: quel che fa ora è suicida“. Anche un riferimento alla bomba atomica: “So che in certe circostanze, gli Stati Uniti potrebbero usare armi nucleari per la difesa dell’Europa. C’è un 1% di possibilità che accada, quindi dobbiamo stare attenti. Ma se un presidente degli Stati Uniti prendesse una decisione simile sarebbe un folle”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.