Il bollettino
Coronavirus, oltre 2mila contagiati e 250 morti in un giorno: “Età media 80 anni”
Oltre duemila contagiati e 250 decessi “con coronavirus e non per coronavirus” nelle ultime 24 ore. E’ quanto emerge dall’ultimo bollettino annunciato dal capo della Protezione civile nella consueta conferenza stampa delle 18.
Sono 14.955 i pazienti positivi da coronavirus in italia, 2.116 di più rispetto a ieri. Con gli ultimi 250 decessi il totale è di 1.266. I guariti e dimessi sono 1.439 totali. In totale sono 17.660 i casi di contagio registrati nel Paese dall’inizio del virus.
“Oggi abbiano 181 guariti in più” ha spiegato Borrelli aggiungendo che dei 14955 positivi “6201 sono in isolamento domiciliare, 1328 in terapia intensiva, sempre il 10% delle persone affette, e 7426 i ricoverati con sintomi. L’età media dei deceduti è 80,3 anni. Ad oggi 6.201 persone si trovano in isolamento domiciliare fiduciario”. “Il numero dei volontari impiegati è cresciuto 2.225, le tende pre-triage sono 521, 6 in più di ieri, quelle per il triage penitenziario sono sempre 103 postazioni”.
L’ETA’ MEDIA – “I dati sulla mortalità si vanno approfondendo con le cartelle cliniche dei deceduti: i pazienti morti con il coronavirus hanno una media di oltre 80 anni, 80,3; le donne sono solo il 25,8%. L’età media dei deceduti è molto più alta degli altri positivi. Il picco di mortalità c’è tra 80-89 anni. La letalità, ossia il numero di morti tra gli ammalati, è più elevata tra gli over 80”, ha spiegato Silvio Brusaferro dell’Istituto superiore di sanità. Dispnea e febbre restano i sintomi più diffusi nei casi più gravi di pazienti contagiati.
FOLLIA LO SCORSO WEEKEND – “E’ verosimile aspettarci casi in questo weekend in parte come effetto dei comportamenti assunti lo scorso fine settimana. – ha proseguito Brusaferro – L’incubazione è tra 4 e 7 giorni: abbiamo visto folle assembrate al mare o in stazioni sciistiche o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia. E’ un’ipotesi, vedremo le curve, speriamo di essere smentiti dai fatti”.
POCA SINERGIA INTERNAZIONALE – “Oggi abbiamo distribuito oltre 1 milione di mascherine, siamo a oltre 5 milioni di mascherine che abbiamo distribuito oltre ai ventilatori” ha aggiunto Borrelli che poi ha confermato la mancata sinergia internazionale: “In passato, con emergenze diverse, la collaborazione con altri Paesi è stata “più incisiva”. Purtroppo però, “il fatto che il coronavirus sia contagioso ci permette di cooperare nel tracciare possibili soluzioni, ma non c’è stata finora una cooperazione diretta”.
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LA SITUAZIONE IN LOMBARDIA – In Lombardia salgono i morti e i casi positivi al coronavirus, ma anche i dimessi, così come sono ridotti al lumicino (10) le positività nell’ex zona rossa del Lodigiano. Succede in una giornata segnata dal botta e risposta fra la Regione e la protezione civile sull’ex Fiera di Milano, luogo scelto inizialmente come sede dell’ospedale ‘da campo’ per integrare i posti di terapia intensiva: al momento il progetto non parte per una mancanza di attrezzature. Ecco che il governatore Attilio Fontana scrive al governo tedesco, dicendosi pronto ad acquistare respiratori, e poi firma un’ordinanza che riguarderà i trasporti da domani, con riduzioni fino al 50% per quelli urbani e all’80% per il Tpl extraurbano. Mentre a Milano il sindaco Giuseppe Sala, in una diretta Facebook da Palazzo Marino, annuncia la sanificazione di alcuni punti della città, con i lavori al via già in piazza Duca d’Aosta, e decide di chiudere i parchi.
Ma partiamo dai numeri. I casi positivi al Covid-19, a livello regionale, sono 9.820, ieri 8.725, ovvero 1.095 in più. Mentre i deceduti sono 890: +146 rispetto a ieri (744). Sono poi 2.650 le persone in isolamento domiciliare, 650 quelle in terapia intensiva, 4.435 i ricoverati in terapia intensiva e 32.700 i tamponi effettuati. Il numero dei dimessi sale a 1.198 rispetto ai 1.085 di ieri. “I dati di oggi evidenziano in maniera chiara e inequivocabile che nell’ex zona rossa il contagio sembra stia rallentando”, commenta Fontana alla luce dei soli 10 positivi in più registrati in provincia di Lodi. “Nel resto della Lombardia – aggiunge – a farci mantenere alto il livello di guardia è, invece, soprattutto il trend dei ricoveri in terapia intensiva. Ci auguriamo che le misure stringenti applicate a tutta la Regione contribuiscano ad arginare la diffusione del virus anche nel resto della Lombardia”.
Intanto, ci sono dubbi sull’ospedale nell’ex Fiera. “La protezione civile non è assolutamente nelle condizioni di rispettare quello che ci aveva promesso”, dice il governatore. E poi aggiunge: “Noi ci stiamo guardando in giro per capire se riusciremo a trovare i presidi che ci servono, speriamo che si riesca a trovare un’alternativa”. E dal Dipartimento arriva la replica, perché la protezione civile non ha detto ‘no’. Il tema è che al momento non sono disponibili le attrezzature (i respiratori, in particolare) che consentano il funzionamento. La protezione civile, secondo quanto si apprende, ha proposto e condiviso con la Regione tutte le azioni necessarie per il potenziamento delle strutture già esistenti, nel corso di una riunione tra i tecnici di Palazzo Lombardia e quelli del Dipartimento.
Anche a Milano la guardia è alta per il coronavirus, anche perché la provincia più grande della Lombardia è la quarta con più casi (1.307 totali) dopo Bergamo, dove l’allerta non cala, con 2.368 positività totali, seguita da Brescia (1.784) e Cremona (1.344). “L’Amsa sta facendo una sanificazione delle principali piazze e vie. Ed estenderemo questa attività per tutta la città”, sottolinea il sindaco. Che poi assicura: “Ogni sera ogni mezzo Atm viene sanificato”. Stabilita anche la chiusura dei parchi recintati. “E’ necessario farlo. Non possiamo estendere la stessa regola ai parchi non recintati ma invito tutti – conclude Sala – a un comportamento in linea con le regole che sono state stabilite”.
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