Altro che solidarietà europea. La Germania ha imposto una forte restrizione all’esportazione in Italia di mascherine a altri dispostivi di protezione personale, fondamentali per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

Che si stesse per andare in questa direzione era emerso nei giorni scorsi con una dichiarazione del ministro alla Sanità tedesca Jens Spahn: “Come anche in Francia e in Italia, anche in Germania oramai ci sono più contagi da coronavirus nati all’interno dei confini che presi all’estero”. “Siamo in una fase diversa rispetto ad altri Paesi”, aveva aggiunto quindi il ministro teutonico.

Alle parole sono seguiti i fatti e soprattutto le lettere. Come quella arrivata dalla multinazionale statunitense 3M, che ha inviato una nota alle società clienti italiane confermando la restrizione per i prodotti fondamentali per affrontare la pandemia di Covid-19: camici chirurgici (sterili e non sterili), respiratori per particolato (FFP2/FFP3), maschere chirurgiche, occhiali di protezione, visiere, indumenti di protezione.

L’azienda, nella lettera pubblicata da SmartMag, spiega di non essere è in grado di garantire ai propri clienti italiani la consegna tempestiva dei prodotti. La società comunque sta valutando soluzioni di approvvigionamento alternativo.

LA REAZIONE EUROPEA – Il no tedesco all’esportazione dei prodotti ha provocato una veloce reazione delle istituzioni europee. La Commissione UE avrebbe pronta una procedura di infrazione nei confronti della Germania. Sorte simile dovrebbe esserci anche per Bulgaria, Repubblica Ceca e Polonia, che hanno adottato provvedimenti simili nonostante le necessità italiane.

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