L'analisi dei primi numeri
Coronavirus, primi dati post riapertura scuole: “le aule non sono centri di contagio”
I dati ufficiali del “monitoraggio continuo” annunciato dalla ministra Lucia Azzolina sarebbero arrivati sui tavoli del Comitato tecnico scientifico. Probabilmente i risultati diventeranno pubblici dopo la riunione del pomeriggio del 5 ottobre tra la ministra e l’Istituto Superiore di Sanità. Lorenzo Ruffino e Vittorio Nicoletta di Youtrend hanno realizzato una mappa aggiornata con i dati che di volta in volta arrivano dalle varie regioni.
Con le notizie di cronaca sono circa 1.150 le scuole dove si è registrato almeno un caso di coronavirus. “Considerando che in Italia ci sono circa 40mila plessi scolastici, il dato non mi sembra allarmante – afferma Manuela Calza, segretaria nazionale della Flc Cgil a Open – Le scuole con casi Covid possono sembrare tante, ma si tratta spesso di una sola positività in tutto l’istituto”.
Calza continua sostenendo che trovare un solo caso positivo per classe “è la dimostrazione che nelle scuole non si creano dei veri e propri focolai: le aule non sono centri di contagio, almeno per il momento. I casi individuati negli istituti vengono portati da fuori”.
E in effetti rispetto alla popolazione studentesca di 8milioni di studenti le irrisorie cifre di contagiati lasciano ben sperare sul fatto che non sono le aule ad essere motivo di contagio. Ne è convinto anche Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Secondo le sue fonti, non esiste una casistica significativa di catene di trasmissione verificatesi in aula, “i contagi tra gli studenti avvengono in realtà all’esterno degli istituti”.
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