Il gruppo Magaldi è una di quelle aziende che non ti aspetti di trovare al sud, secondo la narrativa corrente e una cattiva stampa che il sud ha sempre avuto. Eppure i Magaldi sono lì da più di 100 anni, un’azienda familiare, che ha saputo trasformarsi in un importante gruppo industriale, artigiani, creativi e brillanti che all’inizio del ‘900 hanno adottato politiche sorprendenti e innovative.

Brevetti, cataloghi, periodici di news per i clienti sui loro prodotti, joint venture con partners stranieri, i primi erano indiani di Bombay. Hanno cominciato con le pelli di bufalo, per costruire cinghie di trasmissione per l’energia, un’idea geniale, divenuta subito un brevetto, che garantiva durate multiple e maggiore sicurezza nell’utilizzo, rispetto alle normali cinghie di trasmissione presenti sul mercato.

Qualità che ha affermato e consolidato la leadership dei prodotti nel mercato italiano e un considerevole volume di export e brevetti internazionali.

Oggi, dopo oltre 100 anni, la loro produzione è ancora realizzata totalmente in Italia, a Buccino (SA), 220 dipendenti, di cui oltre la metà sono ingegneri e una sessantina di operai, oltre agli amministrativi.
Il rapporto è due a uno, tra gli ingegneri che pensano, ideano progettano e gli operai che realizzano, nessuna delocalizzazione produttiva, ma il marchio Magaldi è presente in più di 50 paesi nel mondo, con clienti e partner eccezionali, Mitsubishi, Kawasaki, Toshiba, General Motors, Doosan, ma anche Enel, Acea, A2A.

Un marchio tra i tanti, che rende famoso e apprezzato nel mondo, il nostro Made in Italy, per affidabilità, competenza e innovazione, un’azienda radicata nel paese, ma con un DNA ormai internazionale, il 90% del loro fatturato viene dall’export.

Abbiamo chiesto a Letizia Magaldi nel board dell’azienda, una valutazione, come imprenditrice, delle misure annunciate dal Governo Conte per “la cura” dell’Italia, per aiutare l’economia del paese a ripartire al termine della pandemia da Covid-19. Sono loro, gli imprenditori, i destinatari di questa liquidità, 400 miliardi a debito, garantita dal Stato, ma cosa ne pensano, era davvero quello che serviva?