Pdd: partito del doppiopesismo, l’ideologia che unisce tutti. Da destra a sinistra. A partire dall’ultima vicenda che ha visto coinvolto Giovanni Toti. Arrivano puntuali le dichiarazioni di Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, che fa riferimento alle imminenti elezioni europee e si mostra fiducioso verso il governatore della Regione Liguria: «Tre anni di indagini, mi pare di aver letto così, si chiudono a 20 giorni dal voto con dei clamorosi arresti. Auspichiamo che Toti possa dimostrare la sua estraneità ai fatti, ma ovviamente possiamo solo guardare a quello che accade e cercare di comprendere le ragioni che hanno portato a questa situazione». Parole che fanno scattare una domanda: Lollobrigida è uscito da Fratelli d’Italia o fa ancora parte dello stesso partito di Ignazio Zullo? Zullo, per chi non lo sconoscesse, è il senatore di FdI che solamente il 20 aprile se la prendeva con Michele Emiliano: «Il quadro che sta emergendo dalle indagini in Puglia si fa ogni giorno più inquietante. Credo che un passo indietro dell’attuale presidente sia auspicabile».

La posizione della sinistra

A sinistra non se la passano certo meglio. Anzi. L’aggravante per il Partito democratico è quella di rincorrere i 5 Stelle. Daniela Santanchè viene indagata per falso in bilancio? I dem, al traino dei grillini, si affrettano a sostenere la mozione di sfiducia contro il ministro del Turismo. Come si saranno comportati sulle recenti indagini in Puglia? Senza alcun dubbio avranno adottato lo stesso atteggiamento. Macché. Fiumi di parole a difesa di Antonio Decaro e Michele Emiliano. E pensare che nel 2021 gli eurodeputati del Pd chiesero al meloniano Carlo Fidanza di fare immediatamente un passo indietro e dimettersi alla luce dell’inchiesta giornalistica di Fanpage. Il risultato? A febbraio 2024 è stata archiviata l’indagine sulla presunta «lobby nera».

M5s, doppiopesisti

E che dire della faccia tosta del Movimento 5 Stelle? Tra i primi ad arruolarsi nell’esercito dei doppiopesisti. Giuseppe Conte parla di «fatti precisi e gravi accuse» sull’inchiesta in Liguria, invitando il presidente Toti a trarne «le conseguenze per tenere le istituzioni al riparo». Lo stesso Conte che, dopo lo show in conferenza stampa in cui ha annunciato l’uscita del M5S dalla Giunta in Puglia e chiesto un mirabolante «patto per la legalità», ha fatto sapere che il Movimento «non si presterà mai a iniziative strumentali del centrodestra» e che dunque non appoggerà la sfiducia a Emiliano. Poco importa se per Chiara Appendino sia stata confermata anche in appello la condanna per la tragedia di Piazza San Carlo. Sarà stata buttata fuori dai 5S? No, ma in alternativa indossa i panni di vicepresidente.

Il garantismo a orologeria

Nella politica italiana sempre più frastagliata e divisiva c’è un elemento che unisce molti partiti, un comune denominatore degno di vergogna e che invece non provoca alcun imbarazzo: il garantismo a corrente alternata o, se preferite, garantismo a orologeria. Lo scudo da cui difendere un politico appartenente al proprio schieramento diventa improvvisamente un’arma da utilizzare contro un avversario politico coinvolto in un’indagine. Tutti di differente colore politico, tutti pronti a indossare la stessa casacca: è il fronte del “sono garantista, ma” dietro cui si prova a nascondere un giustizialismo da sfoderare al momento opportuno. Un atteggiamento doppiamente ipocrita perché si tenta di tenere a bada un istinto forcaiolo cercando di ripararsi con quel “sono garantista”. Come se fosse un parafulmine e bastasse per mettersi al riparo. Peccato che quel “ma” successivo finisca per spianare la strada a sentimenti giustizialisti. Basta essere indagati ed ecco che dal fronte avversario piovono dichiarazioni al veleno e richieste di dimissioni, trattando un semplice indagato come un appestato. Dov’è finito il garantismo secondo cui si è innocenti fino al terzo grado di giudizio? Ma chissenefrega dei princìpi costituzionali, figuriamoci se si può fare riferimento alla Carta quando puoi sfruttare un assist a porta vuota. Perché mai privarsi di una ghiotta occasione? E vai così di gogna mediatica ed esposizione al pubblico ludibrio. Sempre che a essere indagato non sia un compagno di partito, sia chiaro. Credevate che fosse impossibile riunire destra, sinistra e grillismo sotto lo stesso cappello? Il garantismo a fasi alterne ci è riuscito. I miracoli e gli scherzi (non troppo divertenti) della politica italiana.