La presunta corruzione in Liguria, gli arresti domiciliari disposti per il governatore Giovanni Toti, il voto per le europee tra 20 giorni (ma in effetti con una politica perennemente in campagna elettorale le elezioni sono sempre dietro l’angolo), il garantismo che va a vento, con la sinistra e i 5 Stelle che chiedono le dimissioni immediate mentre dall’altro lato Forza Italia e i partiti di centro (Italia Viva, Azione, Più Europa) si professano garantisti, Fratelli d’Italia balbetta e da una parte, con il ministro Lollobrigida, avanza dubbi sulle tempistiche dell’inchiesta (dopo aver demolito, per lo stesso motivo, la sinistra che governa Bari e la Puglia), dall’altra, con il coordinatore regionale Matteo Rosso, non esclude le dimissioni di Toti (senza aspettare nemmeno il Riesame) e il ritorno al voto, previsto sulla carta nell’autunno del 2025.

Corruzione, Toti già scaricato da Fdi

Insomma ancora una volta la magistratura ci regala una inchiesta dalla portata, mediatica, pesantissima ma dai contenuti tutti da verificare (basta rispolverare indagini passate che hanno stroncato giunte e amministrazioni salvo poi essere demolite nei vari gradi di giudizio dopo anni d’attesa). E la politica reagisce ancora una volta puntando il dito e chiedendo le solite “dimissioni” senza aspettare e senza alcun rispetto per la presunzione di innocenza. C’è bisogno di questa premessa prima di entrare nel merito dell’inchiesta coordinata dalla Procura di Genova e condotta dalla Guardia di Finanza che ha portato nelle scorse ore all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dieci persone.

Nordio: perplesso per domiciliari

Innanzitutto, così come sottolinea anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, lascia un minimo perplessi la decisione del Gip Paola Faggioni di accogliere la richiesta dei domiciliari da parte dei pm di Genova nei confronti del governatore Toti a circa tre anni di distanza dall’inizio delle indagini. “Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero – ricorda Nordio – e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini, tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si può arrestare e dopo tanti anni dall’evento che si è verificato e dalle indagini” è difficile che “possano ancora sussistere. Detto questo, non conoscendo gli atti ripeto la mia fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza”.

Soldi da Spinelli per la campagna elettorale: tutto denunciato

Altro aspetto controverso è quello relativo ai soldi che Toti avrebbe ricevuto, 74.100 euro, che hanno cristallizzato per i magistrati le accuse di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Soldi regolarmente denunciati e finiti sul conto corrente del “Comitato Giovanni Toti-Liguria” nato nel 2015 e impegnato a raccogliere fondi per le campagne elettorali dell’attuale governatore ligure. Su quest’aspetto fanno riflettere le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto, che prende le distanze dal giustizialismo del suo partito: “Ho l’abitudine di leggere le carte, e quando ho letto le contestazioni a Toti non ho ben capito. Tutti pensano che sia stata messa in arresto una persona che ha preso dei soldi per se stesso. Quando poi si scopre che li ha presi regolarmente denunciandoli per una campagna elettorale diventa difficile capire come faccia ad essere un corrotto. Si è autodenunciato con i soldi della campagna elettorale? Sono garantista, come lo sarei per Emiliano o per un governatore del Pd”.

Tutte le accuse a Toti

Secondo i pm di Genova il governatore avrebbe accettato dagli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli, che hanno attività e concessioni nel porto del capoluogo ligure, “le promesse di vari finanziamenti” impegnandosi poi ad “agevolare” gli imprenditori in una serie di pratiche: si sarebbe adoperato per “trovare una soluzione” che consentisse la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo “da libera a privata”, si sarebbe dato da fare per sostenere “l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo… pendente presso gli uffici regionali”; avrebbe lavorato per “velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse” alla ‘Terminal Rinfuse Genova Srl’ – una società controllata al 55% dalla Spinelli Srl – pendente innanzi al Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale approvata il 2 dicembre del 2021; si sarebbe impegnato per assegnare a Spinelli gli spazi nel porto “ex Carbonile Itar e Carbonile Levante” – assegnazioni avvenute a giugno e a dicembre del 2022 – e un’area demaniale in uso a Autostrade; e per agevolare l’imprenditore “nella pratica del tombamento di Calata Concenter, approvata a luglio del 2022.

Toti vedeva spesso Spinelli in barca. Nell’ordinanza le richieste di incontri sull’imbarcazione dell’imprenditore nato a Palmi, in provincia di Reggio Calabria, ma che sin da piccolo ha vissuto a Genova, vengono lette dai magistrati come richieste di denaro dopo le agevolazioni ricevute. Si parla anche di ‘caviale’ proveniente da Monaco che per i pm sarebbe riconducibile a richieste economiche.

Toti-Esselunga

Ma non finisce qui perché, sempre secondo la ricostruzione della procura, Toti con il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, è anche accusato di “aver accettato la promessa” del consigliere di amministrazione di Esselunga Spa Francesco Moncada “di un finanziamento illecito”, ovvero ci sarebbe stato un “pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo” per la campagna delle comunali di Genova nel giugno 2022 (dove vinse Marco Bucci del centrodestra). In cambio il governatore si sarebbe impegnato “a sbloccare due pratiche di Esselunga” in Regione e relative alla apertura di due punti vendita a Sestri Ponente e Savona. Parliamo di Esselunga, leader nel settore della grande distribuzione con oltre 170 punti vendita tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Liguria e Lazio.

Gip: Toti e il metodo corruttivo per 4 elezioni

Per il Gip Faggioni Toti, forte del ruolo che ricopriva, aveva messo in piedi un vero e proprio metodo corruttivo, portato avanti in quattro differenti competizioni elettorali (“traspare una evidente sistematicità del meccanismo corruttivo” scrive nell’ordinanza) che si sono susseguite nei circa 18 mesi di indagini: amministrative di Savona (ottobre 2021), amministrative di Genova (giugno 2022), politiche nazionali (25 settembre 2022), amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023). Nell’ordinanza ci sono conversazioni tra Toti e Aldo Spinelli (ex presidente delle squadre di calcio Genoa e Livorno) nel corso delle quali l’attuale governatore chiedeva una mano all’imprenditore in vista delle elezioni, ricordandogli di aver sbloccato una pratica in Regione in suo favore.

Al momento sarà il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana a sostituire pro tempore in tutte le sue funzioni e nella pienezza dei poteri il presidente Giovanni Toti. Lo comunica la stessa regione Liguria in una nota ribadendo che “l’attività amministrativa della Regione Liguria prosegue senza soluzione di continuità”. “Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell’esclusivo interesse della Liguria. – dichiara Piana – Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati”.

 

 

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