“Nulla sarà come prima” era la frase ricorrente durante il Covid, ma purtroppo le cose vanno diversamente. Se leggiamo bene i dati della prossima manovra economica l’incremento nominale previsto sul fondo sanitario non copre neanche il tasso di inflazione. Dunque le risorse che prevede il governo sono insufficienti a qualsiasi rilancio del servizio sanitario e collocano il nostro paese solo al 16esimo posto in Europa, raggiungendo – in termini di incidenza sul prodotto interno lordo – il punto più basso degli ultimi dieci anni.

Troppi soldi e liste d’attesa infinite: così i cittadini non si curano

Non vi sono risorse per nuove assunzioni e per questo motivo medici e infermieri sono sul piede di guerra. Sul servizio sanitario nazionale va detta la verità, sono molti anni che è sotto finanziato e non sono state fatte le necessarie scelte coraggiose. La spesa totalmente privata a carico dei cittadini è cresciuta del 10%, superando i 40 miliardi di euro. A questo va aggiunto che oltre 4,5 milioni di cittadini rinunciano alle cure per motivi economici e per le lunghe liste di attesa. Manca una prospettiva riformista.

Infermieri in India e medici a Cuba

Bisognerebbe mettere al primo posto il tema delle risorse professionali, non è possibile andare a prendere infermieri in India e medici a Cuba. Vanno riformate le carriere, pagando meglio e dando prospettive di crescita professionale. Oggi chi può tra i giovani va a lavorare all’estero. Vanno pagati meglio gli specializzandi, togliendo le incompatibilità, va riformata l’assistenza territoriale.

Siamo un paese che invecchia velocemente e abbiamo il minor numero di posti letto dedicati d’Europa. A questo tsunami demografico non solo non siamo preparati, ma facciamo finta che non esista. Di fronte alla sfida che si trova oggi ad affrontare il nostro sistema sanitario la strada dovrebbe essere di investire nella innovazione tecnologica e nelle politiche di prevenzione parlando un linguaggio di verità ai cittadini