La guerra tra grillini
“Draghi abbia più rispetto del Parlamento”, intervista a Gianluca Ferrara
Gianluca Ferrara. Di Portici, eletto a Viareggio nelle liste Cinque stelle per il Senato, considerato contiano nella geografia interna al partito. Era stato indicato dai suoi colleghi grillini in commissione esteri al Senato come successore alla presidenza dopo l’estromissione del senatore Petrocelli. Bruciato nel giro di 24 ore con una raffica di polemiche su sue dichiarazioni in politica estera, Ferrara ha ritirato la candidatura prima che si arrivi al voto. Fatto fuori da fuoco amico, parrebbe.
Allora, l’hanno infilzata per la copertina di un libro sull’America. Ma cosa ha scritto in quel libro che altri parlamentari Cinque stelle non hanno già detto e ridetto altre volte?
I libri vanno letti e non usati come clave per colpire l’avversario politico. Non siamo nel Medioevo. Non ci si può fermare a una copertina seppur provocatoria. La domanda da porsi è: ma possibile che nel nostro Paese non sia possibile criticare le guerre mosse contro Afghanistan, Iraq e Libia e prima ancora quella in Vietnam senza essere definiti antiamericani e persino filoputiniani? Questo sa cos’è? È provincialismo culturale. Negli Usa questo non accade. Io ho criticato anche la partecipazione del nostro Paese a certi conflitti, questo fa di me un anti italiano?
Lei ha parlato di macchina del fango in azione. Chi è stato ad azionarla? Da quale parte è partita l’operazione?
Non saprei, ma mia nonna quando ero piccolo mi diceva che chi compie il male prima o poi lo subisce.
Senta, ma sarà mica che lei è considerato troppo di sinistra per fare il presidente della commissione esteri al Senato?
Il nostro Paese ha necessità di un fronte progressista che sia sinceramente ambientalista, dalla parte dei più fragili e in grado di portare avanti i valori della pace. Il M5s con Conte incardina questi ideali.
La sua candidatura era uscita dal suo partito e aveva anche l’appoggio, pare, di qualcuno del pd. Perché l’hanno indicata e poi silurata ce lo spiega lei?
In questi quattro anni sono sempre stato equilibrato e coerente. Il libro, pubblicato prima del mandato, è solo una scusa, si sarebbero inventati altri pretesti. Io temo che sia stato usato questo clima da caccia alle streghe che aleggia nel nostro Paese, per colpire un antagonista alla presidenza e il M5s che predilige il dialogo e non la guerra.
Perché ha ritirato la sua disponibilità a fare il presidente, gliel’ha chiesto Conte?
Non è stato il presidente Conte, ma una mia scelta. Mi è parso evidente che si fosse azionata una ignobile macchina del fango che attraverso me voleva colpire il mio movimento. Ho subito rinunciato anche se sono da quasi quattro anni capogruppo in Esteri e da due vicepresidente d’area internazionale. Il sottoscritto non brama poltrone.
Cosa pensa del fatto che il presidente del Consiglio non sia venuto in Parlamento a informare le Camere dell’azione del governo né prima di andare a Washington né appena tornato? Giovedí 19 è una settimana dopo l’incontro con Biden, in tempi di guerra una settimana è un tempo lunghissimo.
Durante la pandemia Conte riferiva in Parlamento ogni 15 giorni. Il presidente Draghi deve avere più rispetto verso di noi, specie in un tempo così complesso dove gli scenari evolvono celermente.
La riunione dei ministri della Difesa della Nato a Ramstein ha segnato o no un cambio di passo politico e militare nel coinvolgimento dell’Italia nella guerra? Cosa pensa del fatto che il ministro Guerini non si sia precipitato in Parlamento ad informare le Camere di quali impegni ha preso a nome nostro con la Nato che ha chiesto di mettere le forze russe in grado di non ripetere con altri paesi quel che stanno facendo in Ucraina?
Il vero punto è capire se è passata la miope idea di voler sconfiggere militarmente Putin. A mio avviso pensare di sconfiggere Putin equivale ad andare incontro alla terza guer ra mondiale. Lo stesso Biden il 16 marzo sostenne che non avrebbe inviato armi pesanti perché questo sarebbe equivalso ad una guerra mondiale. La Russia di Putin con 6000 ordigni atomici non è la Libia di Gheddafi.
La risoluzione del Parlamento riguarda l’invio di armi per la difesa dell’Ucraina, il governo su quello ha ricevuto una delega dal Parlamento, non sull’abbattere il regime di Putin né sull’annientare nel limite del possibile la forza militare di Mosca. O no?
Il Parlamento aveva votato per sostenere l’autodifesa ucraina, ora se gli scenari sono mutati è indispensabile che ci venga riferito.
Cedere sul Donbass e la Crimea come offerta di mediazione con il Cremlino. È vero che è questa la sua proposta di negoziazione da offrire ai russi? Sono d’accordo con lei i parlamentari Cinque stelle? Ne avete discusso? Quali sono le posizioni?
La Crimea l’aveva tolta dal tavolo negoziale lo stesso Zelensky.
“Tutti sapevano che Ferrara sarebbe stato inevitabilmente bruciato per i suoi trascorsi”, ha raccontato un senatore 5 stelle a LaPresse, “ma in realtà vogliono spianare la strada come presidente a Ettore Licheri, voluto da Giuseppe Conte”. Prendo questa frase da un articolo del Fatto quotidiano sulla sua ultima vicenda. Cosa ne pensa?
La storia di farci apparire divisi oramai è logora. Non commento i pettegolezzi anonimi.
Draghi ha elogiato le abilità politiche di Di Maio. Secondo lei a cosa precisamente si riferiva e qual era la ragione politica di quelle pubbliche lodi?
Non saprei, sta di fatto che Di Maio sin dall’inizio si è speso per trovare una soluzione negoziale.
La senatrice Nocerino è considerata molto più atlantista di lei, se diventa presidente della commissione esteri al Senato dove voi grillini siete in maggioranza vuol dire che i Cinque stelle stanno allineati sull’atlantismo di Di Maio?
Non si tratta di essere atlantisti o meno, ma con quale postura l’Italia deve stare in certe organizzazioni. Il nostro è un grande Paese, oggi noi in certi consessi dobbiamo avere una posizione autorevole.
Come definirebbe lei il ruolo di Marco Travaglio nell’ispirazione politica delle mosse del partito Cinque stelle?
Travaglio è un grande giornalista e svolge il suo lavoro bene e con coerenza tanto da risultare fastidioso per certi poteri. Le posizioni del M5S sono decise dalla nostra comunità.
E quello di Beppe Grillo?
Grillo è il nostro garante nonché fondatore. Senza di lui e Casaleggio oggi in Italia non ci sarebbe una forza politica che ha imposto sul tavolo della politica temi quali la tutela dell’ambiente, degli ultimi e dell’onestà dei politici.
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