E se la lista unitaria dei riformisti ed europeisti si facesse davvero? Alla fine di una giornata di consultazioni, ammiccamenti, telefonate e riunioni l’atmosfera si è fatta distesa. L’atteso vertice tra +Europa, Italia Viva, Psi, Liberaldemocratici, Radicali Italiani e Volt ha dato i frutti sperati. Anzi, forse è andata meglio del previsto. Uno dei partecipanti ai lavori confida così al Riformista: “Non pensavamo andasse tutto liscio, invece per ora il progetto prosegue la sua corsa”. Il tempo stringe, ma gioca a favore. Se il voto alle Elezioni Europee è per l’8 e il 9 giugno 2024, e le liste vanno presentate e certificate con i simboli il 21 aprile, questo mese che manca deve essere tutto rivolto a chiudere gli ultimi accordi e avviare le campagne. Il comunicato dei sei soggetti promotori indica che la strada è in discesa.

Un ruolino di marcia senza tentennamenti

“Si è tenuta oggi la seconda riunione del tavolo di lavoro per la costruzione della Lista di Scopo per gli Stati Uniti d’Europa. In un clima che si conferma positivo e costruttivo, è stato deciso di costituire un primo gruppo di lavoro che si occuperà di predisporre una proposta di programma europeista condiviso da tutti. La prossima riunione è fissata per martedì 26”. Un ruolino di marcia senza tentennamenti. “Si procede in modo costruttivo”, conferma Riccardo Magi, segretario di +Europa. Continuano, quindi, i tentativi di costruire una lista unica che possa superare la soglia dello sbarramento del 4% prevista alle elezioni europee 2024. E chi non procede? Una minoranza di +Europa non risponde ancora all’appello. Federico Pizzarotti ai tavoli non si è fatto vedere. “La ragione propende per l’ottimismo, ma che tutti usino la ragione, rimane sempre in dubbio”, ci dice Emma Bonino. “Si prosegue positivamente”, conferma Benedetto Della Vedova. “Siamo tra persone serie”. L’ipotesi è di avere Emma Bonino capolista in tutta Italia.

“Quando Magi si siederà con Pizzarotti e faranno una proposta alla direzione, esamineremo quella proposta. Al momento si stanno imbrogliando troppe carte. Noi abbiamo il nostro statuto, le nostre regole. Magi dovrà fare una quadra con Pizzarotti”, ci dice Piercamillo Falasca, che in +Europa rappresenta la parte più recalcitrante. “Ma lavoro per una soluzione condivisa”.
Dalle parti dei renziani la convinzione è che si porterà in porto la nave. “C’è un clima di collaborazione positivo e adesso parte un tavolo programmatico. Il punto è che questo tavolo deve far quadrare le proposte condivise su cui poi ci concentreremo alle Europee”, dice la coordinatrice di Italia Viva, Lella Paita.

Europee 2024: la pretattica di Azione

Azione non dà segni di interessamento, ma c’è chi assicura che sia pretattica. In Senato si moltiplicano i segnali di affinità tra Renzi e Calenda, complice anche il dibattito sul Consiglio Europeo che ha visto oggettivamente vicine, se non sovrapposte, le indicazioni degli ordini del giorno di Iv e Azione. Il leader di quest’ultimo, Carlo Calenda, si dice certo che presto o tardi il bipolarismo forzoso mostrerà le corde. “Non esiste il campo largo, stretto o giusto, il confronto oggi è tra chi è pronto a difendere le democrazie liberali e chi no. Questo è ciò che distruggerà il bipolarismo”, ha detto nel suo intervento in Aula al Senato il leader di Azione. E poi, su Macron: “Nonostante il presidente francese Macron sia un importante esponente di Renew non sono d’accordo con tutte le cose che ha fatto in questo momento: dire che si vogliono mandare soldati francesi senza coordinarlo in ambito Nato è un indebolimento del fronte europeo e rischia di aiutare Putin piuttosto che danneggiarlo”.

L’affondo di Renzi

Quando si diffonde la notizia dell’invio di un contingente di 2000 soldati francesi voluto da Macron per Kiev, anche Renzi specifica sul punto: “Io sono contrario alle posizioni di Macron di questi ultimi giorni”, ma “avrei voluto vedere il presidente di Consiglio italiano a quel tavolo”, ha detto il leader e senatore di Italia viva intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sulle comunicazioni del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. L’affondo di Renzi va poi sulla sfiducia, preannunciata all’ultima Leopolda a Firenze, per la Presidente della Commissione Europea. “Noi siamo dalla sua parte quando va in Europa, ma ci faccia una cortesia: ci sfidi sulla politica. Noi diciamo che Ursula Von Der Leyen ha fallito, le forze di maggioranza hanno una posizione unitaria su questo tema?”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.