Seggi aperti in Francia per il secondo turno delle elezioni legislative. Dalle 8 di mattina fino a questa sera, quando la maggior parte dei comuni chiuderà le urne alle 18 mentre le città più grandi continueranno fino alle 19 o alle 20. Marine Le Pen e il suo Rassemblement National vuole prendersi la maggioranza assoluta dei seggi, anche se difficilmente riuscirà a farlo, mentre Emmanuel Macron nelle prossime ore capirà se la sua scommessa del voto anticipato avrà funzionato.

Elezioni Francia, rischio incidenti o disordini

Una giornata di voto, una giornata di democrazia. Ma anche di possibili tensioni e disordini. Tanto che il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha previsto una mobilitazione di 30mila agenti di polizia e gendarmi sul territorio nazionale. Di questi ben 5mila solo a Parigi e nella sua periferia. Darmanin vuole evitare che accadano violenze come successo la sera del primo turno, quando in 37 città francesi sono avvenuti episodi violenti. Ma il rischio è che questo numero già da stasera possa aumentare, raggiungendo il centinaio di città coinvolte.

Elezioni Francia, i sondaggi

Le Pen e il suo Rn è sempre il favorito, ma – come già detto – è difficile che possa raggiungere la maggioranza assoluta dei seggi all’Assemblea nazionale. L’obiettivo sono i 289 deputati sui 577 totali, ma l’ultimo sondaggio condotto dall’istituto Elabe per l’emittente televisiva BfmTV prevede che il partito di destra possa conquistare tra i 200 e i 230 seggi. Dietro si dovrebbe attestare il Nuovo Fronte popolare, con una forbice tra i 165 e i 190 seggi. E come terza forza, i partiti della maggioranza uscente di Macron, Insieme per la Repubblica, con una previsione di 120/140 seggi. Se dovessero essere confermati questi numeri, il Rassemblement National potrebbe rischiare anche di non salire al governo con il giovane candidato premier Jordan Bardella. Le Pen gli scorsi giorni ha comunque sostenuto che il Rn sarebbe pronto a prendersi Matignon, dove c’è la sede dell’esecutivo, anche solo sfiorando la maggioranza assoluta.

Elezioni Francia, gli sbarramenti e le desistenze

La partita è aperta, ma gli sbarramenti decisi dai partiti di centro e sinistra per arginare l’estrema destra potrebbero funzionare. Il Nuovo fronte popolare ha ritirato per il ballottaggio i propri candidati che sono arrivati terzi, in modo da favorire i candidati macroniani e soprattutto sfavorire quelli di destra. Anche se La France Insoumise ha sottolineato come ciò avverrà nelle circoscrizioni in cui i lepenisti abbiano veramente la possibilità di vincere. Più o meno lo stesso ha fatto il partito di Macron, Renaissance, e dei suoi alleati. Anche se in maniera più vaga, visto che Darmanin e il ministro dell’Economia Bruno Le Maire hanno detto di non voler votare per La France Insoumise.

Elezioni Francia, lo scenario possibile

Con nessun partito che riesce a superare la maggioranza assoluta e con difficoltà di trovare una vera maggioranza di governo, uno degli scenari possibili è un governo di unità nazionale, guidata ancora dalle forze centriste e macroniane, anche se arrivati terzi. A parte le desistenze, sembra difficile che possa strutturarsi un accordo per un nuovo esecutivo da parte del Nuovo Fronte popolare e della maggioranza uscente. Ancor meno plausibile la possibilità di un governo tecnico, come avvenuto in Italia recentemente. Ma in Francia questa tradizione è lontana. Inoltre, date le previsioni le dimissioni di Macron sono poco plausibili. Il risultato comunque sarà un’Assemblea molto divisa, ma in carica almeno un anno perché secondo la Costituzione non potrà essere sciolta prima di 365 giorni dopo la decisione del presidente francese di indire le elezioni anticipate dopo il voto europeo del 9 giugno.

Redazione

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