All'Italia serve un Big Bang operativo
Emergenza maltempo e roghi: ora uno scatto di responsabilità, un investimento per salvare vite
Se non ora, quando? Quanti altri morti bisogna ancora contare? Quanti nubifragi e maxi-grandinate, tornado e trombe d’aria, alluvioni e frane, fuoco assassino devono colpirci trovandoci inermi? All’Italia vulnerabile e strutturalmente indifesa serve un Big Bang operativo. Temporeggiare e galleggiare sono incompatibili con l’accelerazione dei disastri annunciati, di fronte alla cruda verità di essere una penisola dalle fragilità genetiche con un dissesto idrogeologico da record in aree massacrate dall’abusivismo ma densamente abitate.
Il Governo ha il dovere di far ripartire l’impresa della massima sicurezza possibile, non di ripartire con un andazzo rassegnato e complice. Ad uno Stato serio, e noi lo siamo nonostante tutto, serve un patto della politica per andare oltre le beghe della politica e le durate dei governi. Serve uno scatto di responsabilità. Fate la cosa più giusta per gli italiani! Riaprite Italia Sicura, chiamatela come volete, ma fate infilare gli stivaloni di gomma ai più preparati tecnici della pubblica amministrazione con competenze su problemi così complessi ma gestibili. Bisogna rimboccarsi le maniche, non cavalcare le emergenze con promesse e annunci che si rivelano combinazioni di cinismo e autolesionismo. Recuperate alla svelta risorse certe e spendibili, partendo dagli 8,3 miliardi ritagliati dal governo Renzi e poi inseriti nel PNRR, e mai spesi. Non sono pochi per un cambio di marcia.
Se serve, a Palazzo Chigi c’è ancora l’unico piano decennale con 10.200 opere e interventi, aggiornatelo, scovate magari anche il portale e riportate la massima trasparenza sul web. Non è spesa ma investimento, che salva vite umane e i bilanci dello Stato. Create una struttura tecnica centralizzata ma replicata per 20 in ogni Regione in grado di poter gestire l’impresa nella massima velocità e trasparenza, senza fermarsi mai.
Solo questo è uno Stato che difende gli italiani! Che non si arrende mai! Se c’è questo, si combatte. Si può riorganizzare tutto e modificare l’andazzo catastrofico, mettendo fine a ritardi, tattiche dilatorie, burocrazie paralizzanti, cavilli da azzeccagarbugli, convenienze trasversali, doppiezze e furbate. Perché tante catastrofi non sono dovute soltanto ad eventi naturali estremi, ma possono anche essere crimini.
Non servono bacchette magiche, come qualcuno prova sempre a far credere, ma la magia di anni di lavoro duro e costante per contenere i pericoli, per non restare come i peggiori custodi di noi stessi, di ciò che c’è intorno a noi, del nostro passato e del nostro futuro. No, proprio non fa onore alla nostra storia.
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