Emergenza climatica
Danni da oltre 2 milioni di euro: Milano devastata dal nubifragio
In 10 minuti sono caduti 40mm di acqua su tutta la città. La media mensile a luglio è di 68 mm. I danni materiali ai parchi e al verde, agli edifici pubblici e privati, alle attività e alla mobilità sono ancora da quantificare nel dettaglio, ma cresce la preoccupazione per il meteo e le allerte dei prossimi giorni
La straordinaria violenza con cui la crisi climatica si sta abbattendo sul nostro territorio lascia tutti senza parole. Gli eventi climatici estremi stanno diventando sempre più frequenti e intensi. Dall’aumento delle ondate di calore e della siccità, alle tempeste tropicali sempre più potenti, fino alle inondazioni catastrofiche, l’impatto dei cambiamenti climatici si fa sentire a livello globale.
Milano si è trovata nel cuore della notte al centro di una tempesta senza precedenti con venti che soffiavano a 100 km/h. In 10 minuti sono caduti 40mm di acqua su tutta la città. La media mensile a luglio è di 68 mm. I danni materiali ai parchi e al verde, agli edifici pubblici e privati, alle attività e alla mobilità sono ancora da quantificare nel dettaglio, ma cresce la preoccupazione per il meteo e le allerte dei prossimi giorni. Il trasporto pubblico, soprattutto quello di superficie, è rallentato e alcune strade sono chiuse. Da una primissima stima fatta insieme agli operatori commerciali i danni per il commercio milanese si aggirano intorno ai 2 milioni di euro. In pieno spirito ambrosiano però, la città si è svegliata ed è ripartita nonostante i numerosi disagi e le difficoltà.
Sono stati danneggiati dehor, ombrelloni, arredi e strutture esterne. Molti imprenditori hanno segnalato allagamenti e danni alla merce in magazzino. I mercati ambulanti di alcuni paesi sono stati sospesi a causa di alberi caduti in prossimità delle aree mercatali e abbiamo registrato problemi su consegne e logistica per via dell’interruzione di alcune strade. Gli operatori dell’ingrosso ortofrutticolo ci hanno segnalato danni per 300.000 euro a merce e strutture.
E poi ci sono i danni all’attrattività della città, le scuole estive, i centri ricreativi e i parchi chiusi per esaminare gli interventi da programmare con maggiore priorità. Molti musei non hanno aperto per le difficoltà di accesso e in alcuni luoghi simbolo della cultura, come Palazzo Reale e il Castello Sforzesco, si sta facendo una ricognizione per mettere in sicurezza gli ambienti e le opere a rischio, ripristinando le zone allagate. In questa situazione di emergenza è doveroso un plauso alle squadre di emergenza e alle forze dell’ordine che da giorni stanno intervenendo sulle urgenze senza sosta. Il dialogo con il Comune di Milano e i comuni dell’hinterland è costante per segnalare situazioni di criticità e trovare insieme delle possibili soluzioni. Ora bisogna lavorare per contenere i danni e prevenire quelli futuri. Regione Lombardia chiederà lo stato di emergenza al Governo, quantificando finora i danni in oltre 100 milioni di euro.
Il rincorrersi di record climatici negativi è un campanello d’allarme che non possiamo ignorare. Certamente al primo posto c’è la sicurezza delle persone, ma la tempesta della scorsa notte e quelle dei giorni scorsi devono farci riflettere su soluzioni e decisioni più a lungo termine che sappiano conciliare sviluppo e ambiente. Per far fronte a questa emergenza servono sforzi globali, coordinati e sinergici, come avvenuto durante la pandemia del 2020. E su questo punto Milano è da sempre all’avanguardia.
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