Sono da poco trascorse le 13:30 quando il Senato applaude l’elezione del suo nuovo presidente, Ignazio La Russa. Sullo scranno più alto, a coordinare le operazioni, la senatrice più anziana, Liliana Segre. Si fa avanti, il colonnello di Fratelli d’Italia, con un mazzo di rose bianche in mano. “Non ci crederete ma non avevo preparato alcun discorso”, fa spallucce. E difatti è poco credibile.

Inizia con un ringraziamento per tutti, anche per “chi mi ha votato pur non essendo di centrodestra”, chiaro riconoscimento del fatto che la sua elezione è dovuta al “soccorso” dell’opposizione nel segreto del voto. Poi inizia a svestire l’abito dell’uomo di partito e a vestire quello delle istituzioni: “Grazie alla presidente morale del Senato, la senatrice Segre. Non c’è una sola parola che non abbia meritato il mio applauso”. E una mano tesa “al mio amico Roberto Calderoli (suo competitor per Palazzo Madama, ndr) che considero seduto qui accanto a me”.

Nel suo intervento dopo l’elezione a presidente del Senato, La Russa ha citato in Aula anche Sandro Pertini:Nella vita è necessario saper lottare non solo senza paura ma anche senza speranza”. “Una frase – ha detto La Russa – che mi ha sempre ispirato su come comportarmi, una frase di un presidente di estrazione non proprio come la mia”. Quindi il neo presidente fa sue le parole di Luciano Violante pronunciate 25 anni, quando fu proclamato dallo stesso La Russa presidente della Camera. “Esse sono, nella parte più condivisibile da tutti, quelle nelle quali, riferendosi alla necessità del superamento di qualunque odio, ebbe testualmente a dire che ‘questo clima coeso aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese, a costruire la Liberazione come valore di tutti gli italiani, a determinare i confini di un sistema politico nel quale ci si riconosce per il semplice e fatto di vivere in questo Paese, di battersi per il suo futuro, di amarlo, di volerlo più prospero e più sereno. Dopo, conclude Violante, all’interno di questo sistema potranno esserci tutte le legittime distinzioni e contrapposizioni”.

“Grazie, Violante, per questo lascito ancora attualissimo, forse ancora più attuale di quando ebbe a pronunciare queste parole”, ha detto La Russa nel suo discorso. Rievocando gli anni bui del terrorismo Ignazio La Russa ha reso omaggio alla memoria alle vittime di ogni parte politica oltre che dello Stato: dal militante di destra Sergio Ramelli a quelli di sinistra Fausto e Iaio (Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci), fino al commissario Luigi Calabresi. Quindi la proposta che richiama all’omaggio fatto nel suo discorso dalla senatrice a vita Liliana Segre, che aveva parlato di tre date da celebrare e vivere non come “divisive” ma con “autentico spirito repubblicano”, ovvero il il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica. A queste, ha spiegato La Russa, “vorrei aggiungere la data di nascita del Regno d’Italia (il 17 marzo, ndr ) che prima o poi dovrà assurgere a festa nazionale. Queste date tutte insieme vanno celebrate da tutti perché solo un’Italia coesa e unita è la migliore precondizione per affrontare ogni emergenza e criticità”.

Non è poi mancato – in un discorso che La Russa pretende di aver improvvisato – uno spazio per l’attualità, con il conflitto in corso a Kiev e in Ucraina. “Ai patrioti ucraini va il mio pensiero, così come ai profughi e ai rifugiati ucraini e che da ogni parte del mondo scappano da quella guerra e dalle guerre e devono essere accolti con onore”. Pensiero che poi si allarga a tutti i conflitti nel mondo, presenti e passati: “Nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti e che ricordo con più tristezza e dedizione sono quando ho portato sulle mie spalle le bare dei soldati morti in Afghanistan e a loro e a tutti i caduti di ogni guerra va il mio deferente omaggio”.

Parole accolte da una standing ovation dell’Aula. Non si è fatto attendere il messaggio di congratulazioni di Giorgia Meloni: “Siamo orgogliosi che i senatori abbiano eletto un patriota, un servitore dello Stato, un uomo innamorato dell’Italia e che ha sempre anteposto l’interesse nazionale a qualunque cosa. Per Fratelli d’Italia Ignazio è punto di riferimento insostituibile, un amico, un fratello, un esempio per generazioni di militanti e dirigenti”, afferma la leader di Fdi. “Grazie a tutti coloro che, con senso di responsabilità e in un momento nel quale l’Italia chiede risposte immediate, hanno consentito di far eleggere già alla prima votazione la seconda carica dello Stato. Continueremo a procedere spediti”.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.