Contento, forse anche per un risultato che stava diventando improbabile visto il non-voto del gruppo parlamentare di Forza Italia, con l’eccezione di Silvio Berlusconi ed Elisabetta Casellati. Sono da poco trascorse le 13:30 quando Ignazio La Russa viene eletto presidente del Senato con 116 voti (su una maggioranza di 104), con l’evidente soccorso delle opposizioni.

Poco dopo il ‘colonnello’ di Fratelli d’Italia sale sul più alto scranno di Palazzo Madama per assumere l’incarico, portando un mazzo di rose bianche per Liliana Segre, che fino a quel momento aveva condotto le operazioni in quanto senatrice più anziana presente in Aula.

I ringraziamenti

Non ci crederete ma non avevo preparato discorsi”, sono le prime parole di La Russa da presidente del Senato. Quindi i ringraziamenti a tutti coloro che lo hanno votato, tutti quelli che “non” lo hanno fatto e anche “chi mi ha votato pur non essendo di centrodestra”, chiaro riconoscimento del fatto che la sua elezione è dovuta al ‘soccorso’ dell’opposizione nel segreto del voto. Parole al miele destinate anche a quella che La Russa definisce “la presidente morale del Senato, la senatrice Segre. Non c’è una sola parola che non abbia meritato il mio applauso“.

Ma nel “suo” giorno La Russa ha voluto anche rendere omaggio “al mio amico Roberto Calderoli”, l’esponente della Lega che è stato il suo principale competitor nella sfida per la presidente del Senato, “che considero seduto qui accanto a me”.

Le citazioni di Pertini e Violante

Nel suo intervento dopo l’elezione a presidente del Senato, la Russa ha citato in Aula anche frase di Sandro Pertini: “Nella vita è necessario saper lottare non solo senza paura ma anche senza speranza”. “Una frase – ha detto La Russa – che mi ha sempre ispirato su come comportarmi, una frase di un presidente di estrazione non proprio come la mia”.

Quindi il neo presidente fa sue le parole di Luciano Violante pronunciate 25 anni, quando fu proclamato dallo stesso La Russa presidente della Camera, in cui parlo anche dei “ragazzi di Salò”, parte che La Russa accuratamente evita di riproporre in Aula. “Esse sono, nella parte più condivisibile da tutti, quelle nelle quali, riferendosi alla necessità del superamento di qualunque odio, ebbe testualmente a dire che ‘questo clima coeso aiuterebbe a cogliere la complessità del nostro Paese, a costruire la Liberazione come valore di tutti gli italiani, a determinare i confini di un sistema politico nel quale ci si riconosce per il semplice e fatto di vivere in questo Paese, di battersi per il suo futuro, di amarlo, di volerlo più prospero e più sereno. Dopo, conclude Violante, all’interno di questo sistema potranno esserci tutte le legittime distinzioni e contrapposizioni“. “Grazie, Violante, per questo lascito ancora attualissimo, forse ancora più attuale di quando ebbe a pronunciare queste parole“, ha detto La Russa nel suo discorso.

L’omaggio alle vittime del terrorismo

Rievocandogli anni bui del terrorismo Ignazio La Russa ha reso omaggio alla memoria alle vittime di ogni parte politica oltre che dello Stato: dal militante di destra Sergio Ramelli a quelli di sinistra Fausto e Iaio (Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci), fino al commissario Luigi Calabresi, che il neo presidente del Senato chiama erroneamente “ispettore”.

Celebrare il Regno d’Italia

Quindi la proposta che richiama all’omaggio fatto nel suo discorso dalla senatrice a vita Liliana Segre, che aveva parlato di tre date da celebrare e vivere non come “divisive” ma con “autentico spirito repubblicano”, ovvero il il 25 Aprile festa della Liberazione, il 1° Maggio festa del lavoro, il 2 Giugno festa della Repubblica. A queste, ha spiegato La Russa, “vorrei aggiungere la data di nascita del Regno d’Italia che prima o poi dovrà assurgere a festa nazionale. Queste date tutte insieme vanno celebrate da tutti perché solo un’Italia coesa e unita è la migliore precondizione per affrontare ogni emergenza e criticità”.

Le guerre e i caduti

Quindi non è mancato uno spazio per l’attualità, con il conflitto in corso a Kiev e in Ucraina. “Ai patrioti ucraini va il mio pensiero, così come ai profughi e ai rifugiati ucraini e che da ogni parte del mondo scappano da quella guerra e dalle guerre e devono essere accolti con onore”. Pensiero che poi si allarga a tutti i conflitti nel mondo, presenti e passati: “Nella mia lunga vita politica i momenti più toccanti e che ricordo con più tristezza e dedizione sono quando ho portato sulle mie spalle le bare dei soldati morti in Afghanistan e a loro e a tutti i caduti di ogni guerra va il mio deferente omaggio”. Parole accolte da una standing ovation dell’Aula.

Presidente di tutti

Quindi la promessa di svestire i panni del politico di parte, sottolineando come il suo è “un compito di servizio, non devo cercare oggi agli applausi, non devo dire parole roboanti o captare la vostra benevolenza”. “Lo dovrò fare ogni giorno, le scelte che dovrò fare a volte piaceranno a volte non piaceranno. Non c’è bisogno di parole che suscitano un applauso, ma solo di una sincera promessa: cercherò con tutte le mie forze di essere il presidente di tutti“, ha concluso il suo discorso da presidente del Senato La Russa, terminato da un lungo applauso.

Redazione

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