Un graduale ritorno alla normalità. Era questo l’obiettivo del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi in vista della maturità 2022 e l’obiettivo dovrebbe arrivare, secondo quanto emerge da una bozza del Ministero sull’esame per gli studenti della classe 2021/22.

Nel nuovo esame di maturità, con le scuole ancora alle prese con l’epidemia di Coronavirus, tornerà infatti lo scritto di italiano. Ad anticipare la scelta del Miur è il Sole 24 Ore, che riporta la bozza del Ministero di viale Trastevere guidato da Bianchi.

L’esame 2022 verrà strutturati in tre momenti: una prova scritta d’italiano di carattere nazionale, comune a tutti gli indirizzi di studio; una “tesi di diploma“, con argomento assegnato dai docenti ai maturandi entro aprile e riconsegnata entro maggio; infine un colloquio orale strutturato in più fasi e che si aprirà con la discussione della ‘tesi di diploma’

Sarebbe quindi riposta nel cassetto la soluzione trovata negli ultimi due anni, quella di un maxi orale con elaborato.

Sul tema era intervenuto martedì Mario Rusconi, presidente dell’Anp Roma, il sindacato dei presidi. “Sperando che si riesca a fare il più possibile didattica in classe, anche se la Dad non deve essere considerata il male assoluto – aveva spiegato Rusconi all’Adnkronos – penso che sia giusto considerare la precarietà di questi ultimi tre anni di vita scolastica, per cui suggerirei magari soltanto la prova scritta di italiano così che i ragazzi possano esprimere i propri stati d’animo e le proprie sensazioni”.

Prova scritta che per Rusconi dovrà essere accompagnata “da un esame orale così come quello dello scorso anno partendo da un elaborato preparato dai singoli studenti su argomenti indicati dai loro insegnanti curriculari”.

Sul fronte politico va registrata la posizione di Italia Viva. Per Gabriele Toccafondi, membro della Commissione cultura per Italia Viva, l’esame di Maturità non può essere “una lotteria” e per questo “se ci sono le condizioni si faccia come stabilito dalla legge, altrimenti si faccia come lo scorso anno”. Posizione che ovviamente trova d’accordo Matteo Renzi, che chiede scelte chiare al ministro Bianchi: “Ragazzi e professori hanno bisogno di certezze, non si può cambiare idea sull’esame a gennaio per il giugno successivo”, aveva detto l’ex premier al Corriere della Sera.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.