Alla fine ha parlato anche Carlo Calenda. Dei leader politici era l’unico che non aveva ancora commentato l’esito delle elezioni europee, in cui il suo partito Azione ha visto ricavare un magro risultato: il 3,3%, al di sotto della soglia dello sbarramento. “Una dura sconfitta che non ci aspettavano” ha detto Calenda in conferenza stampa. “Avevamo una lista di candidati straordinaria, un programma centrato, condotto con una campagna onorevole che ha rispettato i cittadini. Questo percorso non è stato sufficiente perché c’è stata una onda violentissima di polarizzazione” ha aggiunto.

Elezioni europee, il futuro di Azione e di Calenda

Poi l’annuncio: “Nel pomeriggio ci sarà una riunione del direttivo di Azione” e “apriremo, come promesso agli elettori, la fase costituente“. Un rinnovamento interno ad Azione? Una creazione di un nuovo partito repubblicano di cui parla da mesi? Ancora non è certo, ma saranno prese decisioni interne. La promessa però è la stessa, per il leader: “Azione farà il suo lavoro. Continueremo a combattere ogni giorno, con pragmatismo, onestà dei comportamenti e moderazione dei toni, come abbiamo fatto in campagna elettorale”, ha aggiunto Calenda.

Europee, flop Calenda: il rapporto con Bonino e Renzi

Durante la conferenza, immancabile il passaggio sugli ex alleati e compagni di strada, ovvero Matteo Renzi ed Emma Bonino, anche loro sconfitti – forse anche più clamorosamente – e sotto la soglia dello sbarramento: “Avevo detto a Emma che il suo elettorato, come il nostro, era incompatibile con quello di Renzi, infatti ha lasciato il 40% di voti a terra. Ha fatto la sua scelta”. “Io mi rimprovero di aver creduto che si potesse costruire un terzo polo vedendolo smontare da Matteo. Ma non si può passare la vita nel rammarico e non si può far finta che le cose non siano successe” ha aggiunto Calenda.

“Dal terzo polo in poi ho cercato di avere un progetto politico. Ma Bonino fa partiti con nessuno e Renzi li fa per poi sfasciarli” ha detto il leader di Azione dalla sede del suo partito. “Mi rimprovero il fatto di aver creduto nel terzo polo“, “l’unica cosa che non si può fare è far finta che le cose non siano successe” ha aggiunto. “Non sono abituato ad attribuire agli altri gli insuccessi, non rimprovero a Bonino la sua scelta. Io devo guardare a casa mia, dobbiamo riuscire a essere più convincenti e portare avanti il messaggio”, ha detto l’ex ministro, ammettendo: “Non ho sentito nessun leader dell’opposizione, ho chiamato i miei candidati, era doveroso”.

Calenda, Azione e il dialogo con il Pd

Sull’ipotesi di un dialogo con il Pd, magari rappresentando l’ala moderata di un centrosinistra allargato, Calenda mette dei limiti: “Sono sempre disponibile al dialogo ma su quali valori? Ad esempio rispetto all’Ucraina? La mia previsione è che sia maggioranza che opposizione abbandoneranno il sostegno all’Ucraina. Azione non lo farà, non possiamo”. “Sarebbe facile fare la ruota di scorta dei populisti o dei sovranisti?”, ha osservato il leader di Azione.

Risultati elezioni europee

Per Calenda la preoccupazione principale è la “svolta a destra dei singoli Paesi”. Il punto è il supporto a Kiev, un tema centrale messo nell’agenda di Azione e che con i risultati in giro per l’Europa è messo in pericolo: “Il rischio di cessazione del sostegno da parte dei Paesi all’Ucraina credo sia molto elevato e questo è il principale rischio da scongiurare perché se cediamo a Putin, non ci sarà più l’Europa”.

Redazione

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