Il caso
Gaetano Caputi spiato dai servizi segreti: i tre agenti dell’Aisi, il ruolo di Giuseppe Del Deo e le verifiche dopo i “rumors”

Talvolta viene da chiedersi per conto di chi lavorino i servizi segreti. E chi faccia cosa. Ieri abbiamo appreso – dal Domani – che i servizi segreti italiani avrebbero realizzato approfonditi accertamenti su Gaetano Caputi, capo di gabinetto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Con l’obiettivo di monitorare attività «ad elevata sensibilità». Non è chiaro se la stessa premier, o il sottosegretario con delega all’intelligence Alfredo Mantovano, fossero al corrente degli accertamenti. Ma viene riferito che ben tre agenti dell’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), autori delle indagini di accertamento, avrebbero agito su preciso ordine dei superiori. Tra questi, secondo il quotidiano, avrebbe avuto «un ruolo» Giuseppe Del Deo, uomo di fiducia del ministro della Difesa Guido Crosetto. E attuale vice al Dis (Dipartimento delle informazioni per la sicurezza). A svelare l’attività di intelligence su Palazzo Chigi un’attività di verifica della Procura, sollecitata dallo stesso Gaetano Caputi dopo che il quotidiano Domani, lo scorso febbraio, aveva pubblicato una serie di articoli in cui si sottolineavano presunti conflitti di interesse tra il Caputi politico e il Caputi imprenditore.
Il primo atto
È il 24 giugno 2024 quando il procuratore capo di Roma, Giuseppe Lo Voi, scrive a Elisabetta Belloni, al tempo direttrice del Dis. Lo Voi le scrive con una fi nalità precisa: «Comunicare le generalità complete delle persone che hanno effettuato accessi alle banche dati unitamente alle ragioni che vi hanno dato causa o che, comunque, li hanno legittimati». La risposta alla procura arriva il 26 luglio 2024 ed è a firma di Bruno Valensise, direttore dell’Aisi di cui facevano parte i tre agenti responsabili degli accessi. Nel rispondere, riferisce che le verifiche sono state autorizzate per indagare su determinati «rumor»: persone target nella cerchia di Palazzo Chigi. Si capirà di più nei prossimi giorni, ma l’episodio è di per sé inquietante e fa il paio con i diversi tentativi dei servizi di carpire informazioni riservate nel “cerchio magico” della Presidente del consiglio. Nel novembre 2023, in piena notte, due uomini erano stati sorpresi mentre armeggiavano vicino all’auto dell’ex compagno della premier, Andrea Giambruno: sorpresi da un Carabiniere, si erano qualifi cati come agenti dei Servizi prima di defi larsi. Si vocifera siano stati poi assegnati a missioni all’estero.
Caso Striano
E ieri è arrivato anche un aggiornamento importante sul caso Striano: sciogliendo la riserva, il tribunale del Riesame di Perugia ha disposto la trasmissione per competenza nella capitale e rigettato la richiesta degli arresti domiciliari per i due indagati. Gli atti relativi all’inchiesta sulla divulgazione di informazioni riservate e sugli accessi abusivi ai sistemi informatici in uso alle forze dell’ordine e alla banca dati della Direzione nazionale antimafi a, che vede indagati l’ex sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafi a Antonio Laudati e il fi nanziere Pasquale Striano, arriveranno alla Procura di Roma la settimana prossima.
Il provvedimento del Riesame, per le sue valutazioni generali, viene accolto con soddisfazione dalla procura di Perugia, avendo riconosciuto gli indizi di colpevolezza e non avendo accolto la tesi difensiva della retrodatazione
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