I pannolini e i beni per l’infanzia. Ma anche le bollette del gas, i pedaggi dell’autostrada, il taglio dei 260 euro di sgravi fiscali (oltre i 50mila di reddito). Il resto, che non è poco, lo scopriremo solo vivendo. Gennaio porta con sé una pioggia di aumenti e microtasse che si faranno subito e molto presto sentire sulle nostre tasche nella forma più odiosa che è quella della tassazione indiretta e del carovita. Alla faccia delle rassicurazioni della premier nell’ormai nota conferenza stampa del 4 gennaio. “Preferisco tagliare la spesa che aumentare le tasse, in questa legge di bilancio ho fatto tagli lineari per sette miliardi, abbiano pensato ai giovani, alla famiglie e ai lavoratori”, ha rivendicato Giorgia Meloni rinviando un po’ più in là l’amaro calice di una manovra aggiuntiva in cerca di risorse che non ci sono. Sono una decina le microtasse/aumenti che l’anno nuovo ci porta in regalo. In questo modo il governo conta di racimolare quei 2/3 miliardi necessari per far quadrare i conti della legge di bilancio appena approvata. Aumenti che il governo è convinto di compensare-assorbire grazie ad una crescita generalizzata. Che però, purtroppo, non viene confermata dalle previsioni dei grandi istituti.

Gennaio, tutti gli aumenti: dai pannolini alla sigarette alle bollette del gas

L’Iva nelle bollette del gas passa così dal 5% – regime tutelato avviato dal governo Draghi – al 22%, l’aliquota standard. A fine del 2021, con l’impazzimento dei prezzi del gas a colpi di speculazione, il governo Draghi decise di abbassare l’Iva al 5% invece che al 22%. Da allora la sterilizzazione è stata rinnovata ogni tre mesi. Posto che la guerra a Gaza e in Medioriente non ha comportato effetti sui prezzi dell’energia, il governo ha deciso di tornare al 22% dal mese di gennaio. Un aumento che potrebbe annullare i benefici della diminuzione della materia prima. Un aumento a cui andranno sommati gli effetti ancora sconosciuti della fine del mercato tutelato e dell’arrivo del libero mercato. Nell’immediato il governo sarà premiato da questa scelta perché arriveranno in cassa 1,5-2 miliardi preziosi come l’aria. Che potrebbero anche aumentare sei consumi dovessero aumentare nei mesi di gennaio e febbraio. Dal primo gennaio aumenta l’Iva anche su latte, alimenti per bambini e pannolini. È passata dal 5 al 10% mentre quella sui seggiolini per le auto salirà al 22%.

Discorso analogo vale per i prodotti per l’igiene intima femminile, come gli assorbenti, che vedranno salire l’Iva dal 5% al 10%. Lo Stato conta di incassare circa 160 milioni di euro da questa voce. Così si legge nella relazione tecnica della legge di bilancio. Domanda: non era possibile rivedere la spese corrente, le spese per i ministeri, ad esempio, dove sono state invece assunte centinaia di persone? Aumenta anche il prezzo delle sigarette, dai 3 ai 10 centesimi. Compresi i pacchetti di tabacco trinciato e i liquidi utilizzati per le sigarette elettroniche. Su queste voci, lo Stato conta di incassare nel 2024 200 milioni di euro.

Crescono le imposte sugli “affitti brevi”, ossia quelli che durano meno di 30 giorni. L’aliquota della cedolare secca (dalla seconda casa data in affitto) aumenta dal 21 al 26%. In questo caso il beneficio pare minimo (17 milioni nel 2025; 9 milioni nel 2026) perché si è voluta escludere la prima casa data in affitto. Aumentano le imposte per le case vendute dopo essere state ristrutturate con Superbonus: fino al 26% sulla plusvalenza generata grazie alla vendita. Non c’è al momento una stima su quanto potrà generare questa misura. Sempre nel campo dei bonus edilizi, un’altra tassa arriva dai cosiddetti “bonifici parlanti”, specifici metodi di pagamento per accedere ai bonus. Su questi bonifici le banche o le Poste tratterranno una percentuale dell’11% (era 8%) portando circa 500 milioni di euro in più nel 2024. Più tasse anche per chi ha una casa all’estero. L’aumento previsto passa dallo 0,76 del valore dell’immobile all’1,06. Nel 2025 lo Stato dovrebbe incassare circa 75 milioni da questa nuova microtassa. Che raddoppia (dal 2 al 4 per mille) anche per chi ha conti correnti, libretti al risparmio e attività finanziarie all’estero.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.