Giorgia ha 46 anni, Chiara ne ha 36. Pochi credevano in loro quando entrambe hanno cominciato la propria carriera. Eppure sono riuscite a raggiungere il top. L’una è diventata la prima donna presidente del consiglio dei ministri. L’altra ha rivoluzionato il mondo della moda e della comunicazione.

Ovviamente sono due professioni ben diverse, due vocazioni distinte e distanti. Ma la verità è che Giorgia interpreta il suo impegno politico con lo stile della influencer, non della statista. E per questo le due vanno in competizione molto più di quanto sarebbe logico immaginare. In questi giorni la Meloni ha organizzato una manifestazione davvero riuscita.

Se fai convergere su Castel un innovatore tecnicamente straordinario, quale Elon Musk accompagnato dai premier di Regno Unito e Albania, hai comunque vinto. Checché ne dicano gli invidiosi. Ma davanti alla sua gente Meloni ha mostrato debolezza anziché forza. Attaccare gli avversari con livore e senza visione strategica palesa un nervosismo che non si spiega. Almeno non si spiega per le cose che conosciamo noi: magari Giorgia sa cose che noi non sappiamo e questo giustifica le sue intemperanze.

Attaccare Chiara Ferragni invece non è segno di nervosismo. È precisa strategia. Intendiamoci: la fashion blogger lombarda sulla storia del pandoro Balocco ha commesso un errore devastante. E da donna intelligente quale è ha cercato di reagire con un messaggio studiato nei dettagli, dal pigiama alle lacrime e con la restituzione del milione di euro in beneficenza. Perché la Meloni ci si è buttata a capofitto? Perché la Premier non parla di Stati Uniti d’Europa e di intelligenza artificiale ma si trastulla con il pandoro? Perché considera la Ferragni la sua più temibile concorrente.

Noi a Palazzo Chigi non abbiamo una statista che fa le riforme, tutt’altro, ma abbiamo la influencer più brava del Paese. Quella che si presenta come underdog pur essendo figlia della politica romana più di tutti gli altri suoi colleghi e competitors. Quella che si lamenta della violazione della privacy dopo aver scritto un libro basato sulla propria storia personale e sulle sue difficoltà di figlia e dopo aver pubblicato lei stessa le foto con la figlia sull’aereo di Stato in volo per New York.

Quella che usa platealmente i fax in Senato riuscendo nel capolavoro di farsi smentire persino da Di Maio, cosa che nella storia italiana non era riuscita a nessuno, nemmeno agli studenti del liceo di Pomigliano. Quelle di Giorgia e Chiara sono vite parallele. Due giovani donne, capaci, tenaci, determinate. Che non vanno in profondità ma si limitano al post fatto bene, alla comunicazione di superficie, all’immagine. Peccato che la sostanza, l’approfondimento, la serietà siano tutta un’altra cosa. Peccato, soprattutto, che la politica sia tutta un’altra cosa.

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Matteo Renzi (Firenze, 11 gennaio 1975) è un politico italiano e senatore della Repubblica. Ex presidente del Consiglio più giovane della storia italiana (2014-2016), è stato alla guida della Provincia di Firenze dal 2004 al 2009, sindaco di Firenze dal 2009 al 2014. Dal 3 maggio 2023 è direttore editoriale de Il Riformista